Punto e a Capo

I Mondiali di calcio e i biglietti “scomparsi”

La riuscita di una competizione sportiva di alto livello, come Germania 2006, ormai è data dal numero e dalla qualità degli sponsor, piuttosto che dal “fascino” sportivo.
Che gli spettatori siano paganti o meno poco importa, per gli organizzatori, i soldi infatti sono entrati da altri rivoli anche più copiosi.

E’ quello che sta succedendo per Germania 2006, dove tanti, forse troppi biglietti, sono finiti nelle mani delle aziende che hanno accostato il loro logo alla Fifa e al comitato organizzatore locale.
Un caso cui non fa eccezione l’Italia, dove la Figc sul suo stesso sito ammette che “il 49% dei biglietti sarà utilizzato per corrispondere ai vincoli contrattuali con i partner commerciali e far fronte alle richieste delle componenti federali”. Insomma 4763 posti a sedere, riservati a sponsor, manager, portaborse delle Leghe (serie A e B, serie C, Dilettanti), associazioni di categoria (arbitri, allenatori, calciatori).

E i veri tifosi di calcio, quelli disposti a seguire la Nazionale e a strillare in curva dove guarderanno la partita? A casa in tv naturalmente grazie alla Rai e a Sky, per chi può permettersela.

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Marcel Vulpis

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