Il giardino del vicino è sempre più bello? Quello degli inglesi sì
Fa rabbia, sinceramente, leggere sui tabloid inglesi, che molti club della Premier League (e non solo), stanno già progettando una seconda fase della strategia di sfruttamento commerciale degli stadi.
Soprattutto se, poi, si paragona lo "stato dell’arte" del calcio britannico (tutti e 20 gli stadi della PL sono di proprietà dei club) con quello del nostro Paese.
E sì perchè in Italia, dove Milan/Inter e comune di Milano litigano sulla cifra della vendita o sul canone di gestione del Meazza siamo all’anno zero, forse "sotto zero".
Invece, in Gran Bretagna molte società stanno valutando una serie di importanti modifiche da apportare per rendere più appetibile il prodotto "stadio".
Solo così, affermano gli inglesi, sarà possibile incrementare i ricavi (già elevati) da stadio. Una nuova lezione di marketing dai maestri del Regno Unito, che un tempo dispensavano lezioni solo sul rettangolo di gioco ed oggi continuano a farle seduti comodamente in tribuna da "sky-box" iper-accessoriate. Beati loro!
di Marcel Vulpis – direttore di Sporteconomy.it
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