Campione di visibilità fino all’ultimo
E’ la prima volta che un campione del Mondo di F.1 (nel caso specifico Fernando Alonso) riceve una accoglienza così tiepida, da parte della stampa italiana, dopo aver vinto un titolo iridato.
Colpa sicuramente di Schumacher il “cannibale”, capace di attirare su di sè l’attenzione dei media (non solo quelli tricolori), visto che Interlagos (San Paolo del Brasile) era l’ultimo gp della sua lunga ed onorata carriera (15 anni per un totale di 248 gare disputate).
Una nota stonata per Alonso e la Renault, anche se è la conferma che, oggi, vincere nel pianeta dello sport-business, non è sinonimo di “notiziabilità” o di interesse televisivo a priori. Prima bisogna diventare “personaggi” e in questo caso specifico ci si nasce.
E’ una dote naturale che Schumacher, dall’alto, tra l’altro, di sette titoli mondiali, ha sempre messo in bella mostra. Ci mancherà proprio questo aspetto dell’asso del volante tedesco, capace di trasforamre ogni gran premio (anche il più noioso) in qualcosa di speciale.
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