Noi lo pensiamo da almeno tre anni…..
“The New York Times”, attraverso il suo editore Arthur Sulzberger, ha comunicato che il più noto quotidiano d’opinione americano non sarà più stampato su carta, ma solo su Internet tra soli 5 anni. Perchè? Ma è normale amici miei e non ci voleva un editore americano per capirlo. Tutti i lettori di “Sporteconomy.it” credo che oggi, a distanza di oltre due anni dalla sua nascita, apprezzino il fatto di leggere, più o meno in tempo reale, comodamente dal proprio pc le news più importanti del settore dello sport-business. Perchè, pertanto, dovrebbero aspettare 24 ore per leggerle (le stesse, magari) su un qualsivolglia quotidiano se già esistono su Internet su un altro mezzo d’informazione. E immaginate cosa succederà quando i costi di ricezione delle news via telefonia mobile saranno stracciati. Sporteconomy.it vi potrà “inseguire” dovunque sarete (in Italia e all’estero) con le sue “breaking news”. Per cui quando ho letto della notizia di NYT su Internet dal 2012 mi sono detto con un pizzico d’orgoglio: “Noi lo sapevamo già da tre anni.. che sarebbe finita così”. La carta stampata è morta e tutti coloro che oggi credono di avere una professione sicura solo perchè sono dietro una scrivania di un giornale sono già di fronte all’ufficio di disoccupazione senza saperlo. Non so se sia giusto, ma è il mondo che si evolve e se i miei colleghi non lo faranno in tempi brevi non potranno piangere lacrime di coccodrillo. Quando è partito Sporteconomy.it non ho mai avuto dubbi. L’agenzia doveva essere per forza su Internet se voleva superare la concorrenza presente sul mercato. “Arrivare prima degli altri e approfondire ciò che gli altri non fanno”. E’ questa la ricetta vincente di Sporteconomy.it. Sembra l’uovo di Colombo, ma nessuno più lo fa, perchè ormai c’è un giornalismo da redazione che non scova più le notizie, ma le aspetta. E’ sbagliato a monte, ma ormai sono inquadrati in questo modo e quindi bisognerà attendere una nuova generazione (fatte salve le solite eccezioni) perchè cambi qualcosa.
di Marcel Vulpis – direttore AGENZIA SPORTECONOMY.IT
per commenti: info@sporteconomy.it
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