Punto e a Capo

Le esigenze di certi opinionisti e i “vaffa” gratuiti

Campioni, star, irraggiungibili, a volte si rischia perfino di pensare che siano atleti virtuali. Per fargli un’intervista fanno penare i cronisti (quelli che lavorano sul serio e non quelli che stanno in studio e s’accalappiano le interviste perché il loro editore paga, vedi i casi di Mediaste e Sky), salvo poi accaparrarsi risposte banali ed elementari. Dicono che il pubblico esiga questo, lo scempio della lingua italiana… Poi, una volta attaccati gli scarpini al chiodo, i centravanti di turno (ex virtuali) e perfino i carneadi dell’italica pelota te li ritrovi che fanno la fila nelle segreterie di redazione per ricoprire il ruolo da opinionisti. Che, sulla carta, dovrebbe essere appannaggio di chi studia e che si ritrova, chessò… una laurea, una tessera professionale… non ultima quella dell’ordine dei giornalisti!
Pare perfino superfluo sottolineare che gli “ex” ricoprono il ruolo d’opinionista profumatamente pagato e con richieste spesso inenarrabili. Così vi sussurriamo appena di chi vuole rilasciare “punti di vista” senza muoversi da casa e di chi pretende di dettar legge, e l’esempio regalato da “Striscia la Notizia” col fuori onda di Massimo Mauro ne è la controprova tangibile. Per questo esprimiamo solidarietà al tizio che s’è beccato in cuffia il “vaffa” dall’ex calciatore (e pure ex onorevole, ex testimonial della Panini ed ex presidente del Genoa) e ce ne duole che il collega Porrà, sempre nel fuori onda, abbia chiesto al malcapitato appena “sfanculato” (termine poco giornalistico ma che almeno rende l’idea) “…cosa gli hai detto per farlo arrabbiare tanto?”. L’ennesima conferma che spesso, in Italia, l’ineducazione vale più dei modi cortesi, è servita.

* giornalista sportivo e scrittore

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Marcel Vulpis

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