Lo rivela in una intervista a Marco Rosi, presidente e fondatore di Parmacotto, Economy (il magazine di Panorama).

Secondo la testata economica il marchio Parmacotto, attuale jersey-sponsor della S.s.Lazio (per oltre 2 mln di euro annui) non proseguirà il rapporto a fine stagione, nonostante che il numero uno dell’azienda emiliana abbia dichiarato che il fatturato dei prodotti Parmacotto nella regione Lazio sia aumentato del 45%.

Singolare la motivazione che avrebbe spinto lo stesso Rosi a legarsi alla società biancoceleste. “E’ stata un’idea di mio figlio (Alessandro, 34 anni, attuale amministratore delegato della
società), in un momento nel quale la Lazio faceva molta simpatia…Eravamo nel pieno della bufera della Cirio di Sergio Cragnotti, nel momento in cui i calciatori non ritiravano neanche lo stipendio”.

Come già anticipato da Sporteconomy.it erano forti, già nei mesi precedenti, le voci che davano per concluso il rapporto di partnership con la S.s.Lazio. Se, infatti, fosse entrata Emirates (successivamente bloccata dal vincolo di esclusiva presente nel contratto di sponsorship con l’Arsenal F.c.) il vettore arabo avrebbe potuto prendere il posto della Parmacotto.

L’impossibilità di procedere ha convinto l’azienda emiliana, comunque, a finire la stagione con il club capitolino.
A conferma del mancato feeling con il mondo del calcio alla domanda di Economy se potrebbe esserci la possibilità di acquistare il Parma calcio Rosi ha risposto seccamente: …Nessuna. Le ripeto: con il calcio Parmacotto ha chiuso”.

La notizia del mancato rinnovo è una nuova tegola sulla difficile situazione economica del club, che ha ancora aperta la partita con l’Erario. Adesso il marketing biancoceleste dovrà lavorare su due fronti: maglia di campionato e maglia per Tim cup e competizioni estere (quest’anno è scesa in campo internazionale senza alcun marchio commerciale).

Link: S.s. Lazio non vola con Emirates