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Calcio – Chelsea: si studia un nuovo stadio

Il Chelsea dei miracoli non tiene il passo delle altre squadre del campionato inglese, almeno dal punto di vista del numero di spettatori presenti allo stadio. E se il patron Abramovich non supportasse finanziariamente la campagna acquisti dei Blues, sarebbero guai. E’ questa analisi (condivisa anche dal chief executive del club, Peter Kenyon) che fa emergere con ogni probabilità la necessità di una rapida soluzione sul fronte dello stadio per i campioni in carica d’Inghilterra.

Gli incassi ai botteghini, da sempre, nella Premier League, sono considerati basilari per avere finanze solide e puntare in alto negli investimenti di mercato. Il problema del Chelsea è che lo Stanford Bridge ha una capacità di “soli” 42.360 posti, contro i 76.000 dell’Old Trafford (casa del Manchester Utd) e i 60.000 dell’Emirates Stadium (impianto dell’Arsenal).

Il problema dell’impianto resta dunque prioritario, come strumento di autofinanziamento per sostituire pian piano la dipendenza finanziaria dei Blues dalle casse di Abramovich. Questo è anche il piano delle banche legate da rapporti di business alla squadra londinese.

Il dubbio , per Peter Kenyon , è se esiste la concreta possibilità di una ristrutturazione dello Stanford Bridge o se il Chelsea sarà costretto a cambiare “casa” in un breve arco di tempo. Trovare uno spazio adeguato nel “south-west” di Londra non è semplice, oltre che estremamente costoso. La soluzione migliore potrebbe quindi essere quella della ristrutturazione dello Stamford Bridge, che deve passare però dal via libera dei residenti e delle autorità municipali. (riproduzione riservata)

Il Chelsea non tiene il passo delle altre squadre del campionato inglese,  dal punto di vista del numero di spettatori presenti allo stadio. E se il patron Abramovich non supportasse finanziariamente i Blues, sarebbero guai. E’ questa analisi che fa emergere con ogni probabilità la necessità di una rapida soluzione sul fronte dello stadio per i campioni in carica d’Inghilterra.

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