Vela - Nautica

Vela – Il “j’accuse” di Vincenzo Onorato sulla nuova Coppa America

Forte e sentito intervento di Vincenzo

Onorato, patron di Mascalzone Latino, che, dall’osservatorio privilegiato di due presenze in Coppa America, ha

realizzato una “proposta-intervento” per contestare l’attuale situazione venutasi a creare. Con team, secondo lui,

iscritti, ma senza fondi per iniziare la nuova campagna, e team interessati a partecipare, ma scoraggiati dalle tempistiche strette per la

costruzione della nuova barca di classe Coppa America. Di seguito l’intervento di Onorato, come ricevuto oggi pomeriggio da

“Sporteconomy.it”. “Da un punto di vista sportivo i team devono pretendere di partecipare ad un evento in cui la vittoria

abbia significato e valore, in quanto ottenuta attraverso una competizione dura, difficile, ma leale.   Da un punto di vista

strettamente commerciale l’ evento deve essere credibile e vendibile, in modo che gli sponsor abbiano adeguata visibilità e

buone possibilità che il  team sul quale hanno deciso di investire possa competere con successo.   Tutti i 

team interessati a partecipare, inclusi  quelli già iscritti alla XXXIII AC,  sono alla ricerca di sponsor

(infatti, a quanto ci risulta, anche la maggioranza dei  challegers  “accettati” dal defender Société Nautique de

Genève non hanno nemmeno  i fondi per iniziare la campagna).   Le “Regole di Classe” della prossima Coppa e “l’unilaterale”

nomina da parte del Defender del management della regata- non si è mai visto che in una qualsiasi competizione sportiva moderna uno

dei contendenti scelga gli arbitri e la giuria- sono tra i punti più criticabili dell’attuale Protocol, che è stato già

molto contestato sin dalla sua pubblicazione.   In particolare ritengo che un’America’s Cup in cui i challengers siano informati

della “Regola di Classe” dal Defender (senza nemmeno un loro preventivo coinvolgimento) solo 18 mesi prima dell’evento non rappresenti una

competizione né equa, né credibile e nemmeno  “vendibile”. Infatti bisogna contare almeno 8-9 mesi di lavoro di

design; altri 8-9 mesi, se non di più in caso di due scafi, per la costruzione delle barche e, ancora almeno quattro mesi per la messa

a punto in acqua. Stando così le cose i challegers non avrebbero dunque tempo sufficiente per testare le nuove imbarcazioni in acqua.

Ricordiamo, a questo proposito, che quando, nel 1988, venne creata la nuova Classe di Yachts, tutti i partecipanti ebbero più di tre

anni per prepararsi.   Appare comprensibile che Alinghi svolga il proprio ruolo di Defender, e che abbia il  desiderio di far

evolvere  l’evento, realizzando una nuova classe di imbarcazioni. Ma vi sono limiti da rispettare.Comprendo, quindi, in questa

situazione, la posizione di Oracle che, in qualità di challenger, sta cercando di rendere la competizione più accessibile ed

equa per  tutti gli sfidanti.   Tuttavia nell’attuale fase di conflitto tra SNG/Alinghi e GGYC/Oracle, tutti i team dovrebbero

cercare, nel proprio interessse, di contribuire a superare l’impasse.   Da parte mia invito, quindi,  SNG/Alinghi a

riaprire la trattativa sul Protocol della  XXXIII America’s Cup sui seguenti punti, preso atto che l’AC XXXIII si terrà nel 2009

a Valencia, come già annunciato: Adozione delle Regole di Classe dell’ACC, già in uso nelle edizioni passate, nella

versione 5, consentendo ad ogni team di costruire un nuovo Yacht e di modificarne uno vecchio fino al 50%. Impegno da parte di tutti i team

della XXXIII AC , mediante sottoscrizione del documento di partecipazione  , di utilizzare,  in caso di vittoria della XXXIII

AC,  la nuova classe di barche di 90 piedi, proposta da Alinghi  per l’edizione XXXIV dell’America’s Cup, le cui regole dovranno

essere redatte con la collaborazione tra Alinghi e la Challenger Commission (che includerà, ovviamente, l’attuale COR) in

rappresentanza degli sfidanti. Il Protocol dovrà essere sostanzialmente lo stesso della America’s Cup XXXII, ma con modifiche che

dovranno essere concordate con la Challenger Commission. Il processo di revisione del Protocol dovrà, in particolare,

riguardare i punti più discutibili dell’attuale versione: il potere concesso al Defender- SNG, attraverso ACM, di

squalificare un team sfidante, se questi dovesse mettere in  discussione o contestare una qualsiasi disposizione del Protocol; il potere

di ACM di non accettare una sfida; la possibilità di ACM di squalificare unilateralmente un team; la nomina dei componeti dell’

Arbitration Panel solo da parte del defender e del Challenger of Record, e il loro potere di sostituirli incondizionatamente e a loro totale

discrezione; il potere esclusivo e discrezionale di ACM di nominare il comitato di regata, il comitato di stazza, i giudici di regata, ed

ogni altro organo dell’evento; gli altri poteri e  diritti attribuiti ad ACM che eccedono di gran lunga quelli assunti da altri defender

nel passato, inclusa la possibilità di sanzionare i partecipanti; il potere conferito ad ACM di stabilire tutte le regole di tutti gli

eventi, incluse le  “Challenger Selection Series”, la mancanza della clausola che attribuisca all’ACM di agire secondo il principio di

neutralità, la partecipazione del Defender al torneo di selezione tra gli sfidanti. Ritengo che l’adozione di un nuovo Protocollo che

tenga conto di questi punti convicerà GGYC ad abbandonare la causa e ad attrarre molti più sponsor e team all’evento”.

Vincenzo Onorato – patron Mascalzone LatinoForte e sentito intervento di Vincenzo Onorato,

patron di Mascalzone Latino, che, dall’osservatorio privilegiato di due presenze in Coppa America, ha realizzato una “proposta-intervento”

per contestare l’attuale situazione venutasi a creare.
Con team, secondo lui, iscritti, ma senza fondi per iniziare la nuova campagna, e

team interessati a partecipare, ma scoraggiati dalle tempistiche strette per la costruzione della nuova barca di classe Coppa America. Di

seguito l’intervento di Onorato, come ricevuto oggi pomeriggio da “Sporteconomy.it”.

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