Vela - Nautica

Ultim’ora – Rivelli (Fuxia challenge): il modello della Coppa America deve essere cambiato

Primi commenti alla notizia, data dalla Reuters, di una richiesta di danni di Team New Zealand al defender Alinghi.
Sporteconomy.it, ha contattato a Londra Paolo Rivelli, a.d. di Sport Xtension Ltd, per capire cosa potrà succedere nei prossimi mesi.
D: Come intende commentare a caldo questa notizia?
R: Per natura non entro nelle questioni private di soggetti che non conosco, certo è che questa nuova notizia non fa del bene in alcun modo allo sviluppo e futuro della Coppa America. Qunado gli sponsor sentono parlare di liti giudiziali e di tribunali per natura scappano piuttosto che avvicinarsi.
D: Come finirà a parer suo?
R: La parola "fine" è ancora lontana a venire. Bertarelli ha adesso due fronti, non più solo la lite con Ellison. Sinceramente non sarà facile uscirne in modo positivo. E' chiaro, al di là di chi abbia ragione, che questo modello di business e di organizzazione è andato completamente in tilt. Per quanto Bertarelli abbia in una recente intervista dichiarato che ACM è una struttura indipendente, è palese a tutti che al suo interno vi fossero manager di sua fiducia. E' un pò come se la Fifa avesse un suo team iscritto al Mondiale di calcio. Credo che nessuno accetterebbe di partecipare. Non c'è da stupirsi che sia accaduto quello che stiamo leggendo sui giornali. Era solo questione di tempo. Adesso anche Bertarelli l'ha capito, ma la lite con Ellison si è trascinata per troppo tempo, ricomporre ora i cocci è più difficile.

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Ultim’ora – Rivelli (Fuxia challenge): il modello della Coppa America deve essere cambiato

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Primi commenti alla notizia, data dalla Reuters, di una richiesta di danni di Team New Zealand al defender Alinghi. Sporteconomy.it, ha contattato a Londra – Paolo Rivelli, a.d. di Sport Xtension Ltd (società britannica proprietaria del marchio e del progetto velico "Fuxia Challenge"), per capire cosa potrà succedere nei prossimi mesi.

D: Come intende commentare a "caldo" questa notizia?

R: Per natura non entro nelle questioni private di soggetti che non conosco, certo è che questa nuova notizia non fa del bene in alcun modo allo sviluppo e futuro della Coppa America. Qunado gli sponsor sentono parlare di liti giudiziali e di tribunali per natura scappano piuttosto che avvicinarsi.

D: Come finirà a parer suo?

R: La parola "fine" è ancora lontana a venire. Bertarelli ha adesso due fronti, non più solo la lite con Ellison. Sinceramente non sarà facile uscirne in modo positivo. E’ chiaro, al di là di chi abbia ragione, che questo modello di business e di organizzazione è andato completamente in tilt. Per quanto Bertarelli abbia in una recente intervista dichiarato che ACM è una struttura indipendente, è palese a tutti che al suo interno vi fossero manager di sua fiducia. E’ un pò come se la Fifa avesse un suo team iscritto al Mondiale di calcio. Credo che nessuno accetterebbe di parteciparvi ci srebbero comunque liti o frizioni tra gli iscritti all’evento. Non c’è da stupirsi che sia accaduto quello che stiamo leggendo sui giornali. Era solo questione di tempo. Adesso anche Bertarelli l’ha capito, ma la lite con Ellison si è trascinata per troppo tempo; ricomporre ora i cocci è più difficile.

D: Ci risulta, tra l’altro, che Team New Zealand sia stato anche aiutato nella precendente Coppa, proprio da Bertarelli, e adesso gli si scaglia contro?

R: Sinceramente non sono a conoscenza di questi "gossip" da banchina, ma se così fosse è ancora più grave. Per mia esperienza personale di fronte ai soldi le persone cambiano. Forse è il caso dei neozelandesi, che hanno gettato a mare molti soldi a causa di queste lungaggini e della lite tra i due team.

D: Ma allora qual è la ricetta per una Coppa America ricca e che faccia felice tutti?

R: Lo ripeto. Ciascuno deve fare il proprio lavoro. I consorzi devono pensare all’impresa sportiva e l’organizzatore al business dell’evento, creando ricavi per tutti. Oggi questo non è possibile sulla base del Deed of Gift. Quando qualcuno deciderà di cambiarlo tutte queste "baruffe" tra ricchi finiranno immediatamente. E’ tempo di una società terza che gestisca il business per tutti i team iscritti. Come avviene in altre competizioni sportive a carattere mondiale. Se avviene nel calcio o nel rugby, perchè non può avvenire nella vela?.

D: Questa notizia non creerà dei problemi anche a Fuxia challenge, visto che sareste alla prima esperienza di Coppa America nella prossima edizione?

R: Di problemi questa "lite" ce ne ha creati e molti anche a noi, ma più quando ancora c’era la time-line del 15 dicembre per le iscrizioni. Adesso l’orizzonte temporale si è spostato molto in avanti. Sulla base di questa esperienza abbiamo preferito concentrarci sul progetto marketing e sullo sviluppo commerciale del brand Fuxia Challenge, che è e rimarrà un’idea di vela, ma a tre anni (o forse più) dalla gara ufficiale è difficile andare a chiedere anche un solo euro agli sponsor. Stiamo trovando invece conforto e interesse sul fronte del licensing. Abbiamo firmato già con due licenziatari ufficiali (il secondo verrà annunciato a breve). Tra questi la Lancaster Italia (orologi fashion), che, proprio in queste ore, sta lavorando sul progetto di comunicazione per i negozi e i p.o.p. Ad aprile Lancaster, che ha la sede a Bari, presenterà il prototipo del primo orologio Fuxia challenge al Salone di Basilea (massima fiera internazionale del settore). Per noi è una vittoria e dimostra che il futuro della Coppa America è nel marketing, non nelle liti da circoli velici. Noi di Sport Xtension vogliamo generare ricavi, le perdite le lasciamo agli altri. Se lo stesso Bertarelli ha dichiarato che oggi i team di Coppa America non hanno generato utili, bensì perdite, vuole dire che c’è qualcosa che non va nel business model. Lo dice lui chiaramente, non io. Fuxia challenge arriverà tra tre anni, invece, forte dei ricavi del licensing, perchè vogliamo sviluppare anche i settori degli accessori in pelle, dei caschi da moto, degli energy drink (ci incontreremo a breve con un’azienda bresciana), ecc. Vedremo alla fine chi avrà saputo creare interesse e business da questa operazione.

(Alberto Morici)

Primi commenti alla notizia, data dalla Reuters, di una richiesta di danni di Team New Zealand al defender Alinghi. Sporteconomy.it, ha contattato a Londra – Paolo Rivelli, a.d. di Sport Xtension Ltd (società britannica proprietaria del marchio e del progetto velico "Fuxia Challenge"), per capire cosa potrà succedere nei prossimi mesi.

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Ultim’ora – Rivelli (Fuxia challenge): il modello della Coppa America deve essere cambiato

Primi commenti alla notizia, data dalla Reuters, di una richiesta di danni di Team New Zealand al defender Alinghi.
Sporteconomy.it, ha contattato a Londra Paolo Rivelli, a.d. di Sport Xtension Ltd, per capire cosa potrà succedere nei prossimi mesi.
D: Come intende commentare a caldo questa notizia?
R: Per natura non entro nelle questioni private di soggetti che non conosco, certo è che questa nuova notizia non fa del bene in alcun modo allo sviluppo e futuro della Coppa America. Qunado gli sponsor sentono parlare di liti giudiziali e di tribunali per natura scappano piuttosto che avvicinarsi.
D: Come finirà a parer suo?
R: La parola "fine" è ancora lontana a venire. Bertarelli ha adesso due fronti, non più solo la lite con Ellison. Sinceramente non sarà facile uscirne in modo positivo. E' chiaro, al di là di chi abbia ragione, che questo modello di business e di organizzazione è andato completamente in tilt. Per quanto Bertarelli abbia in una recente intervista dichiarato che ACM è una struttura indipendente, è palese a tutti che al suo interno vi fossero manager di sua fiducia. E' un pò come se la Fifa avesse un suo team iscritto al Mondiale di calcio. Credo che nessuno accetterebbe di partecipare. Non c'è da stupirsi che sia accaduto quello che stiamo leggendo sui giornali. Era solo questione di tempo. Adesso anche Bertarelli l'ha capito, ma la lite con Ellison si è trascinata per troppo tempo, ricomporre ora i cocci è più difficile.

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