Punto e a Capo

QUEI FURBETTI DEL “CULATELLO”

 (continua) – "Quei furbetti del culatello"

Sarà l’odore, oltre che il sapore del culatello a riunire in così pochi chilometri tanti fenomeni di imprenditorialità? Pensate che non più tardi di un anno fa, Cambi (oggi in galera), era stato insignito di un premio per le sue qualità imprenditoriali dalla SDA Bocconi. Il top del top per intenderci. Adesso Cambi può ambire solo a un altro premio, un pò più modesto: gli arresti domiciliari, piuttosto che una stanzetta 4 metri per 4, con il pusher marocchino di turno.

La morale di questa storia? Volare basso, portare avanti la politica dei piccoli passi, non fare fatture su prodotti/servizi inesistenti (cosa che fa almeno un’azienda italiana su due – soprattutto se piccola), e magari non mettere la sede a Parma. Portasse male?

Scherziamo naturalmente. Non è una città a determinare il successo di una persona e viceversa, però, è una singolare coincidenza. Chi sarà il prossimo? Speriamo almeno di cambiare città, altrimenti veramente si potrebbe parlare di una vera e propria maledizione "ducale".

"Non è vero" parafrasava Totò, ma ci credo! 

La voce girava già da tempo negli ambienti che contano, anche se i quotidiani (inclusi quelli economici) continuavano a presentarlo come un "guru". E invece Matteo Cambi non solo ha dimostrato di non essere così bravo come i giornali volevano far credere (tant’è che è fallito miseramente dopo appena cinque anni di attività), ma era pure un pò "furbetto". Certo che questi fenomeni di imprenditori trovano sede sempre a Parma (a partire dalla famiglia Tanzi che tanti italiani ha fatto piangere con i suoi bond al vetriolo). 

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Marcel Vulpis

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