Punto e a Capo

UNA VITTORIA DI NICCHIA

Non ci sembra infatti che il numero di medaglie (complessive) stia aumentando da due edizioni a questa parte. C’è stata una graduale riduzione degli allori conquistati, mentre il numero degli atleti inviati alle Olimpiadi sta crescendo a dismisura. In quota parte, tra l’altro, anche l’Italia sta partecipando al processo di "gigantismo" (che noi preferiamo valutare come distonia a dir la verità) dei Giochi che non porta a nulla. 

C’è poi da fare una considerazione ancora più importante. Ma scusate "nomenclatura" dello sport italiano, ma vi siete accorti che questa buffonata del medagliere interessava solo a voi e alla Rai. Come se all’italiano di Vipiteno possa cambiare qualcosa nella sua vita se il concittadino Scwazer conquista o meno l’oro nella 50km di marcia. Cerchiamo ogni tanto di crescere nella vita, altrimenti si rischia di diventare anche ridicoli.

Solo in Italia c’è questa corsa all’oro delle medaglie. Forse perchè è l’unico indice per farsi rieleggere post Giochi? Se fosse vero (e magari lo è pure) è imbarazzante per chi segue questa condotta e per chi la subisce.

"Last but not least". Abbiamo imparato che siamo un popolo di santi, poeti e navigatori, ma non sapevamo anche di essere ottimi lottatori, judoki, schermidori, tiratori al volo o praticanti di taekwondo. C’è un "però" in questa analisi. Sono tutti sport di nicchia, con una scarsa penetrazione sul territorio in termini di pratica di base. E’ giusto che siano promossi (ci mancherebbe), ma è altrettanto imbarazzante che non si siano raggiunti risultati di valori nel basket (non eravamo neppure presenti con le due selezioni), volley e calcio.

Quindi se vittoria è stata, lo è solo di "nicchia", ma non di massa. Ma il Coni rappresenta pochi milioni di persone che fanno sport o un popolo di 59 mln, che per 29 mln è appassionato di calcio? O ci sbagliamo noi? 

PECHINO2008: UNA VITTORIA DI NICCHIA

Ancora prima di sbarcare a Roma la "nomenclatura" dello sport italiano ha deciso di commentare la spedizione olimpica azzurra facendosi seguire da squilli di tromba e fanfare. Ci viene sinceramente da sorridere per una serie di ragioni tecniche che sono inconfutabili e che vogliamo spiegare nel proseguo di questo "fondo". 

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Marcel Vulpis

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