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Stadi – Il focus e il workshop di Jove Media sul futuro dell’impiantistica sportiva

 Obiettivo della proposta di legge è favorire lo sviluppo e la diffusione della pratica sportiva sia attraverso la realizzazione di nuovi impianti sportivi sia puntando sulla ristrutturazione di quelli esistenti attraverso la semplificazione e l’accelerazione delle relative procedure amministrative. La proposta di legge, secondo un focus realizzato da Sponsornet.it (portale della società campana Jove Media, che promuoverà, dal 28 al 30 aprile 2009, presso il Polo della Qualità di Marcianise un importante worshop sui temi dello sport-business), coinvolgerà tutti i soggetti che, da anni, manifestano interesse allo sviluppo dell’impiantistica sportiva.
Impiantistica sportiva in Italia: alcuni numeri.
Tra gli stadi italiani, si annoverano 126 strutture utilizzate dal calcio professionistico, di cui 69 hanno una capienza inferiore ai 10.000 posti. Tali impianti sono datati (l’età media è di 67 anni), poco confortevoli  e non pienamente rispondenti agli standard di sicurezza. La situazione  peggiora se si analizzano i dati relativi alle arene, ai palazzetti dello sport e alle infrastrutture utilizzate da altre discipline sportive. Gli impianti esistenti sono costruiti senza requisiti di polifunzionalità, non sono integrati nel tessuto sociale, mostrano carenze sotto il profilo della gestione. Eppure, il calcio genera un giro di affari annuo di più di 6 miliardi di euro, quasi mezzo punto di PIL (dato: Innovare Stadi). Di questi, solo una piccolissima parte, neppure 250 milioni di euro, pari a meno del 5%, arriva dagli stadi. Il fattore stadio per le quattro squadre più importanti (Juventus, Milan, Inter e Roma) vale non più del 15% del giro di affari complessivo, generando poco più di
30 milioni di euro all’anno. Le percentuali degli incassi da stadio, rispetto al fatturato, sono per il campionato italiano del 12%, per la Premier League del 42%. Un dato che deve far riflettere gli addetti ai lavori.
Gli articoli del disegno di legge.
L’articolo 1 specifica che le finalità del disegno di legge sono quelle di coinvolgere l’intera collettività in un nuovo modello culturale. Occorre realizzare stadi a tema, che abbinino l’esigenza sportiva a quella culturale tipica di ogni territorio. All’articolo 2 sono state inserite alcune definizioni necessarie per semplificare il testo normativo. In particolare,  si segnala la definizione di «complesso sportivo multifunzionale», che ricomprende due figure di strutture oggetto del disegno di legge. Il complesso solo sportivo, l’insieme cioè di impianti sportivi localizzati in una stessa area, o impianto sportivo unito ad aree destinate ad attività commerciali (centri commerciali, outlet, alberghi), tempo libero (fitness, multisala), culturali (musei), a seconda delle esigenze del territorio. La novità della presente  proposta, oltre al piano triennale di interventi straordinari di cui all’articolo 3 è rappresentata dalla disciplina relativa alla costruzione di un nuovo impianto sportivo. Altre novità di rilievo, sono quelle introdotte dall’articolo 4, secondo cui la localizzazione delle aree, attraverso gli accordi di programma, da approvare in via definitiva entro un anno, e i programmi integrati di intervento,  può avvenire, in deroga al sistema generale, anche su impulso dei privati. Una novità assoluta per il comparto dell’impiantistica sportiva.
Lo scorso 7 novembre è stato presentato alla Camera dei Deputati il disegno di legge “Disposizioni a favore della costruzione e della ristrutturazione degli impianti sportivi”, d’iniziativa congiunta del senatore Alessio Butti (Pdl) e dell’onorevole Giovanni Lolli (Pd).

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Marcel Vulpis

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