Sport e Scommesse

Game&Sociale – Il fenomeno della ludopatia in Italia

RISCHIO POTENZIALE PER IL 3% DELLA POPOLAZIONE, MENO COLPITE LE DONNE
 
Prevenzione, attenzione degli operatori e un intervento legislativo serio. E’ quanto serve al mondo del gioco, secondo il parere di esperti in patologie ossessivo-compulsive, per limitare il più possibile l’insorgere della ludopatia fra la popolazione, il disturbo che induce a giocare senza alcun controllo, con gravi ricadute sociali.
Come riferisce Agipronews i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che la percentuale di soggetti a rischio fra la popolazione adulta è intorno al 3%, in Italia sarebbero dunque circa un milione e mezzo i possibili "ludopati". Ovviamente le cifre su quanti si rivolgono alle strutture predisposte sono di molto inferiori, al pari del numero di soggetti realmente a rischio.
"Innanzitutto c’è da dire che gli uomini, specialmente con istruzione medio-bassa, sono più propensi a manifestare questa patologia in rapporto di 5 a 1 rispetto alle donne – spiega Luigi Ravizza, già docente all’Università di Torino e autore di libri e pubblicazioni sui disturbi ossessivi-compulsivi ad Agipronews- Il dato che va analizzato con maggiore attenzione è che si sta abbassando l’età media delle persone che sono affette da patologie legate al gioco". Un fenomeno in crescita anche fra le donne: mentre gli uomini si appassionano tradizionalmente a ippica, scommesse e giochi da casinò, le donne prediligono Slot Machine e Bingo, anche se quest’ultimo , secondo Ravizza "non è considerato un vero e proprio gioco d’azzardo, al pari del Lotto".
 
POSSONO ESSERE DETERMINANTI I FATTORI FAMILIARI
 
Le cause che spingono al gioco compulsivo vanno ricondotte in larga parte a fattori ambientali: delusioni lavorative o amorose, frustrazioni o situazioni di disagio, unite a personalità impulsive, caratteristiche proprio della giovane età, instradano verso il lato oscuro del gioco. "L’ambiente circostante è a volte determinante – spiega Luigi Ravizza ad Agipronews – nelle famiglie di giocatori è più alto il rischio di incidenza del fenomeno, mentre ricordo il caso di un avvocato che accompagnava un suo amico magistrato al casinò: inizialmente restio, ma spronato a giocare, finì poi per chiudere lo studio alle 3 del pomeriggio per andare verso il tavolo verde".
Crescere dentro una famiglia di giocatori può, però, anche provocare l’effetto opposto: "Spesso i più strenui avversari del gioco, quelli che vorrebbero un divieto assoluto, sono degli ex ludopati che hanno iniziato a giocare da giovanissimi e dopo un’esistenza tormentata diventano i primi oppositori del gioco in ogni sua forma" dice Donatella Marazziti, docente in Psichiatria presso l’Università di Pisa, che sottolinea come di solito i ludopati mostrino due differenti disturbi: "Quelli di tipo bipolare, passaggio da euforia a depressione in maniera repentina, e quelli ossessivi compulsivi tipici anche di altre patologie".
IL GIOCO COME DROGA: I TRATTAMENTI TERAPEUTICI POSITIVI NEL 70% DEI CASI
 
La ludopatia va considerata una vera e propria malattia che ha le caratteristiche delle dipendenze da sostanze come l’alcol o l’eroina. "Una ‘addiction’,  termine inglese che tradotto in italiano come dipendenza perde un po’ della sua forza – spiega Ravizza ad Agipronews – come avviene per le dipendenze da sostanze possiamo dire che l’ambiente è causa, insieme a fattori biologici, dei comportamenti. Gioco, alcol e sostanze stupefacenti  danno infatti le stesse sensazioni neuronali, provocando anche il rilascio di endorfine". Sarebbe infatti da ricercare anche in ambito biologico la predisposizione al gioco. Ma in che percentuale? "Potremmo parlare di divisione equa, al 50%, fra fattori ambientali e biologici. Da psichiatra io posso occuparmi dei soggetti disposti a intraprendere un trattamento terapeutico molto lungo, che però fornisce risultati positivi nel 70% dei casi".
 
REGOLE PIU’ SEVERE PER GESTIRE LA CRESCITA DELL’OFFERTA
 
Il punto di vista medico, prosegue Agipronews, non può tralasciare la critica alla capillarità dell’offerta di gioco, delineando l’imprescindibile altra faccia della medaglia. "Oggi, perfino nei bar, la scelta dei giochi possibili è così vasta che si può quasi evitare di andare fino nei casinò per soddisfare l’impulso al gioco – dice Ravizza – una scelta che, per quanto limiti il gioco illegale, ben più pericoloso, non manca di presentare risvolti drammatici. Altra richiesta che spero verrà valutata anche sotto i possibili rischi di crescita del fenomeno è quella, negli ultimi anni sempre più frequente, di istituire un casinò in ogni regione italiana".
E la possibilità di giocare anche da casa via internet, per quanto apra nuovi scenari anche per il controllo e il monitoraggio delle giocate – troppo rischiose o sospette – allarma ancora di più. La soluzione, secondo la Marazziti, non può essere solo di carattere medico, ma "serve anche una regolamentazione più severa e l’individuazione capillare dell’accesso al gioco". Considerazione simile anche da Ravizza, che ritiene fondamentale un intervento "psico educazionale e magari l’affiancamento, nei casinò o nelle strutture, di uno psichiatra".
Le proposte di regolamentare in maniera stringente il settore, conclude Agipronews, sono ciclicamente all’esame del Parlamento. Attualmente le "Misure a sostegno di interventi contro le dipendenze comportamentali e il gioco d’azzardo patologico", contenute in un disegno di legge presentato in Senato da Emanuela Baio (PD), sono state assegnate alla 12ª Commissione permanente (Igiene e sanita’) in sede referente il 28 maggio 2008.
 
fonte: Agipronews 
Prevenzione, attenzione degli operatori e un intervento legislativo serio. E’ quanto serve al mondo del gioco, secondo il parere di esperti in patologie ossessivo-compulsive intervistati da Agipronews, per limitare il più possibile l’insorgere della ludopatia fra la popolazione, il disturbo che induce a giocare senza alcun controllo, con gravi ricadute sociali.
 
Previous post

Poker - Bwin lancia "caccia al Pro"

Next post

Ultim'ora - Sporteconomy lancia sul mercato "Benchmarketing-Dieci idee creative di sportbusiness"

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *