Marketing – Il giro d’affari dei “top club” del Centenario
C’è crisi, ma non si sente come in altri sport. Almeno a sentire gli addetti ai lavori delle squadre top del prossimo Giro d’Italia, la corsa del Centenario (parte domani da Venezia per terminare il 31 maggio a Roma).
Nonostante le turbolenze presenti sui mercati, le scuderie di ciclismo hanno retto alle contrazioni degli investimenti pubblicitari, che, a vario titolo, hanno colpito tutti i settori. Squadre del calibro di Liquigas-Doimo, Astana, Lampre-Ngc, per non parlare dell’emergente Katusha, nata dalla volontà di un gruppo di imprenditori russi di far esplodere il fenomeno due ruote anche nei paesi dell’Europa dell’est, sono realtà che investono mediamente tra i 7 e i 20 milioni di euro a stagione. Cifre di una squadra di vertice della serie B di calcio italiano.
«A differenza del football il ciclismo ha l’handicap dei diritti tv, gestiti direttamente dagli organizzatori degli eventi», interviene Gabriele Sola, capo ufficio stampa del team Liquigas che ha sotto contratto il «favorito» Ivan Basso. «Le squadre, infatti, devono far riferimento quasi esclusivamente ai contratti di sponsorizzazione, a partire da quelli di maglia, per coprire tutti i costi. La leva del merchandising è utilizzata, ma le sponsorship coprono il 90% dell’impegno sportivo annuo».
Sul fronte delle spese il 70% è assorbito dal monte-salari dei corridori, il resto fa riferimento alla logistica-trasporto e alle spese di attività ordinaria. «Pur non dimenticando la crisi e le problematiche legate agli scandali doping», prosegue Roberto Amadio, team manager Liquigas (il suo budget è di 10 milioni l’anno), «il ciclismo è uno dei pochi sport che consente di triplicare, in termini di media value, l’investimento effettuato e per molte aziende internazionali è un’opportunità di visibilità globale, considerati i costi-benefici, rispetto all’universo della F1 o della Motogp».
L’aspetto dell’internazionalità, unito a quello della passione è alla base della scelta sponsorizzativa di Lampre, azienda di lamiere prerivestite, attiva in questo settore dal 1990. Quest’anno la squadra di Damiano Cunego, il cui budget stimato è di 6,5-7 milioni, è sponsorizzata anche da Ngc (apparecchiature medicali). In totale sono 25 aziende partner, tra cui ci sono le novità di Terme di Boario e Sector. Lampre-Ngc è una struttura supportata soprattutto da realtà tricolori, con l’unica eccezione di Novacel, industria francese di pellicole per lamiere.
«Non essendo un prodotto di largo consumo», dice Andrea Appiani, direttore comunicazione del team, «Lampre ha scelto questo posizionamento per ragioni di prestigio e passione. Un ulteriore elemento è quello dell’internazionalità della disciplina e della presenza all’estero dei corridori».
Le novità più importanti del settore arrivano dall’estero, anzi dall’Europa dell’Est. Astana, il team di Lance Armstrong, è controllato dalla Samruk-Kazyna, società governativa del Kazakhistan, che, attraverso la compagnia area Air Astana, finanzia l’omonima squadra ciclistica. Sulla carta è una scuderia da 10 milioni di euro e ha la leggenda del ciclismo mondiale per promuoversi in Italia. Nelle ultime ore, però, il quotidiano americano New York Times ha ufficializzato l’indagine dell’Uci (Unione ciclistica internazionale) sul mancato pagamento degli stipendi ai corridori dell’Astana.
Più solido, per il momento, il bilancio di Katusha, il team russo sponsorizzato da Gazprom (idrocarburi), Rostechnology (sistemi di difesa) e Itera holdings (gas naturale), che ha come obiettivo quello di far crescere a livello nazionale il ciclismo.
Il progetto è ambizioso e poggia sull’immagine del ciclista italiano Filippo Pozzato, l’atleta più rappresentativo della squadra. Katusha al Giro ha ambizione di vittoria nelle singole prove, mentre non potrà competere per la classifica generale. In compenso, è il team più ricco del Pro Tour con un budget da 120 milioni di euro fino al 2016 (20 mln a stagione per otto anni).
fonte: ItaliaOggi
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