Editoriale – “E’ ora di crescere in questa città …la situazione AsRoma-Unicredit è imbarazzante”
L’invito è uno solo: finitela, perchè ci avete veramente portato all’esasperazione, con dichiarazioni che contraddicono, un minuto dopo, ciò che viene detto dalla controparte un minuto prima. Tra un po’ dovremo girare con gli avvocati e i tributaristi e qualche ex giudice per capirci qualcosa in questo "ginepraio" tipicamente romano. E’ veramente imbarazzante per Voi prima che per noi.
Una cosa però la vogliamo stigmatizzare partendo dalle dichiarazioni del presidente dell’A.s. Roma Rosella Sensi.
Rosella Sensi, al termine dell’allenamento, ha ricevuto alcuni cronisti all’interno del suo ufficio a Trigoria:
"Da alcuni mesi c’è un linciaggio mediatico verso il nostro gruppo. E’ grave parlare di sentenza prima del dovuto. Non siamo un gruppo un liquidazione, la Roma è una società solida.. Metà dei crediti ingiuntivi sono stati rigettati, ora staremo a vedere per gli altri. Dopo la decisione del giudice, stabiliremo come muoverci con i nostri avvocati. Il cambio di strategia della Banca? Non lo so il perché, dovete chiedere a loro. Noi siamo brave persone e onoreremo il nostro debito. Cosa ci siamo detti con i giocatori? Sono cose private, ce le teniamo per noi. Loro sanno cosa devono fare, sono persone competenti. Il mercato? Non possiamo fare acquisti di primissimo livello, ma possiamo fare mercato. In questo momento ci serve l’aiuto dei nostri tifosi. La conferenza stampa di ieri? A noi non piace parlare di conferenza stampa di tipo ‘bulgaro’: la cosa è stata organizzata in poco tempo ed è per questo che non è stato possibile far intervenire tutte le testate".
Ora siccome noi di Sporteconomy ancora non siamo diventati "fessi" vorremmo sottolineare, sempre con educazione, che conferenza stampa (se così la vogliamo definire) è quando un soggetto che intende comunicare ai media un proprio pensiero ufficiale chiama i giornalisti e li accoglie in una sede ufficiale. Non capiamo perchè fino a oggi è stata sempre utilizzata la sede di Trigoria e a un certo punto bisogna ripiegare nel salottino da tè "privato". E poi, come sono state scelte le testate? Con quale criterio di selezione? Con il pallottoliere o con i numeri del "Win for Life"? Non pensate di aver offeso il 99% dei giornalisti romani con questo approccio? Credete veramente che umiliando dei professionisti si migliori realmente il rapporto di comunicazione con la stampa? Io credo di no, anche perchè sono una persona (prima che giornalista) di buon senso. Ma vedo che in questa città, ormai, è merce rara, anzi rarissima.
Credo che siamo veramente arrivati al punto più basso, ma siccome siamo una testata realmente indipendente e ci sentiamo "offesi" da questo stile mercoledì prossimo andremo all’Ordine dei Giornalisti (presso la sede di piazza della Torretta a Roma) per chiedere un intervento diretto di questo stesso organo (nella persona del presidente Bruno Tucci), come è giusto che sia, perchè la situazione è realmente imbarazzante.
Caro Presidente Sensi, non ce ne voglia, ma così proprio non va ed è chiaro che non staremo a guardare e non possiamo accettare una "scortesia" professionale di questo livello. E’ una questione di stile prima di tutto. E lo stile è una questione di forma, ma anche di sostanza.
* direttore responsabile Sporteconomy.it
(di Marcel Vulpis*) "Non se ne può più!". Questa credo sia la sintesi dello "stillicidio" A.s. Roma-Unicredit, che ha coinvolto un’intera città a tutti i livelli (club, banche, adetti ai lavori, giornalisti, tifosi, semplici passanti, ecc.) e che adesso si sta spostando sugli schermi del TG1 (chiamato a raccolta per certificare l’attestazione della volontà di onorare un debito), come se al contadino friulano che segue magari il tg nazionale possano interessare queste baruffe romane. che raccontiamo queste storie alla gente.
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