Ricerche – Lo stato dell’arte delle poker online in Europa
(rassegna stampa)
Ci sarebbe da dire molto sul poker online e su tutto quello che ne concerne a livello nazionale ed internazionale.
Cominciando col dire che ormai in quasi tutto il mondo la tendenza è la stessa: i governi e le istituzioni stanno cercando di tutelarsi provando ad avere guadagni dalla legalizzazione di questa pratica.
Quando l’online ha cominciato a svilupparsi le grandi poker room avevano sede nei “paradisi fiscali” e quindi non essendo soggette alla tassazione degli stati dove però esercitavano, avevano fortissimi guadagni proprio a discapito di questi ultimi.
Quando le istituzioni nazionali hanno cominciato a rendersi conto che il movimento del poker era in continua crescita e gli introiti non potevano essere “dispersi” così sono cominciate le varie diatribe tra le poker room e i governi.
Primi a muoversi furono gli USA che, durante la presidenza Bush, presentarono un disegno di legge che sanciva enormi limiti al poker online, la legge è l’ormai famosa UIGEA
Da questa hanno cominciato a prendere le mosse le altre norme e regole emanate da altri stati, che comunque non sono mai state restrittive come la legge americana. In Italia si comincio con l’oscuramento dei siti considerati “illegali” che non avendo una concessione AAMS non potevano essere visitati e quindi era impossibile scaricare il software e dunque giocare sulle cosiddette poker room .com.
Dopo questi provvedimenti, presi ormai circa 3 anni fa, si cominciò a lavorare per una legge che desse la possibilità agli italiani di poter giocare, dunque sono nate numerosissime poker room italiane che hanno preso la licenza dai Monopoli e in più si sta cominciando a sviluppare anche il movimento di “conversione” delle .com in .it; la prima a fare questo fu PokerStars e da poco tempo anche Bwin ha seguito la strada del colosso americano.
La situazione italiana sembra essere, riguardo al poker online, una tra le più chiare infatti molti stati stanno studiando il “caso italiano” per cercare di trovare una soluzione. Tra le nazioni che vogliono trovare in breve tempo una regolamentazione per il poker online ci sono la Germania la Svezia che per l’appunto studiano il modello italiano.
D’altra parte vi sono però nazioni che pur trovandosi in una situazione di “vuoto legislativo”, nel senso che la normativa non esiste, sembrano però ancora non essere intenzionate a trovare una via d’uscita.
I casi di Russia e sopratutto Portogallo sono emblematici. Quest’ultima ha addirittura ospitato una tappa dell’EPT (a Villamoura) ma secondo la legislazione è vietato pubblicizzare il poker in ogni sua forma (un pò quello che succedeva in Italia durante il periodo dell’oscurantismo).
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