Serie A - Serie B

Editoriale – L’intervento di Sporteconomy su ROMANEWS.EU

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Ci si avvicina alle vacanze di Natale e chi vaticinava chissà quali cambiamenti in seno alla A.s. Roma rimarrà deluso. Fioranelli sciolto al sole ferragostano, Angelini tutto ancora da capire, un duello Unicredit-famiglia Sensi, che, invece, continuerà a tener banco, diplomazia di Gianni Alemanno permettendo. Se questo è lo stato dell’arte della società giallorossa bisogna rapportarsi, almeno per il momento, con quello che offre la casa. Una riflessione pre-natalizia la merita, per esempio, il tema di Internet e dei new media. Sono anni che il portale della Roma continua a essere uno dei più brutti del panorama calcistico (seconda serie inclusa).
Non chiediamo chissà quali campioni al mercato di riparazione di gennaio, ma almeno, nel 2010, di poter vedere un’immagine dell’A.s.Roma, sull’online, più in linea con il blasone e le potenzialità della squadra e della sua tifoseria. La configurazione attuale del portale è vecchia di circa 10 anni e, soprattutto, non c’è alcun elemento (soprattutto sotto il profilo grafico) che possa incuriosire, nè far rimanere più di qualche secondo l’utente giallorosso sulle pagine del sito. Eppure basterebbe anche "copiare" portali come quelli dell’Arsenal, del Chelsea o del Manchester United per fare un balzo in avanti clamoroso. L’immobilismo che molti soggetti, a vario titolo, hanno imputato al club della Sensi (soprattutto in ambito sportivo) si riflette, in modo speculare, anche quando si  parla di internet. Per non parlare poi del fatto che è l’unico sito al mondo di un top-team, che non presenta una versione in lingua inglese. Non chiediamo il coreano, l’arabo, il giapponese o il cinese, come bene ha fatto il ManUtd, ma l’inglese sì. Non si può stare in Europa (Champions o Europa league) e non fornire informazione di servizio (come per esempio sui biglietti, su come arrivare a Roma o allo stadio) anche ai tifosi delle altre squadre straniere. Ci sembra sinceramente un minus molto forte e quello che ci spaventa è che queste cose non le diciamo da oggi, ma da anni.
Ultimo capitolo è quello dedicato ai "new media". Facebook, Twitter e tutta l’informazione digitale aspettano con ansia che i club italiani di calcio inizino a utilizzarli in modo più assiduo. Grazie a questi nuovi strumenti i club potrebbero intercettare target fino a oggi lontani (soprattutto tra i teen-ager), ma mi sembra che, a partire dalla Roma, le nostre realtà calcistiche siano troppo "snob" per capirlo. Nel frattempo, come spesso succede, gli altri team europei (e non solo) si sono già attrezzati. Al plotone tricolore non resta che guardare alla finestra, in attesa di chissà quale miracolo.
 

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Marcel Vulpis

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