Serie A - Serie B

Sport&Affari – Bedin racconta a Sponsornet.it il nuovo deal della serie “B”

“La Serie B ha una visibilità locale indiscussa, perché da sempre è composta da Club che hanno storia, tradizione, prestigio nel proprio territorio”.
E’ dal 2007 con la Legge Melandri, quella che sancisce i diritti televisivi collettivi, che sono tornati ad acuirsi  i vecchi problemi tra i grandi ed i piccoli club del nostro calcio professionistico. Le grandi squadre della Serie A, sempre alla ricerca di maggiori introiti, hanno più volte minacciato la divisione dalla Serie B. questa volta dalle parole si è passati ai fatti di un atto assembleare del luglio 2009. E la B accetta la sfida lavorando ad un proprio progetto. A coordinarlo c’è Paolo Bedin, con quindici anni di esperienza manageriale in Serie B nel Vicenza Calcio, con una parentesi nel Venezia, che lo hanno portato ad assumere la responsabilità di coordinare il processo di rilancio della nuova Lega di Serie B. Lo incontriamo nel suo ufficio presso la sede della Lega Nazionale Professionisti di via Rosellini a Milano.

Redazione: Bedin, a che punto è il progetto Lega B?

Paolo Bedin: Abbiamo un punto fermo che è l’accordo firmato a Roma il 29 Luglio con la  Serie A. Un accordo che arriva dopo mesi di contrasti. La Serie A nel mese di giugno ha stipulato l’Atto Costitutivo della Nuova Lega di A, è stato un momento di grande tensione. Abbiamo capito ben presto che la decisione era irreversibile. Nei primi incontri abbiamo chiesto di ritrattare la decisione, mettendo sul tavolo anche la possibilità di ridiscutere parti del regolamento. Successivamente abbiamo provato a capire come si sarebbe consumata questa separazione. Superati i primi contrasti, tra luglio e agosto abbiamo individuato i punti su cui trattare, trovato un punto di caduta soddisfacente e cominciando quindi a lavorare per il progetto Serie B.

Redazione: Dunque non si litiga più, ma si va avanti a costruire un nuovo progetto?
Paolo Bedin: Abbiamo litigato, ci siamo opposti alla divisione, ce ne siamo fatti una ragione, abbiamo trovato un accordo economico non straordinario ma soddisfacente e adesso stiamo lavorando alla nuova Lega che avrà efficacia a partire dal primo luglio 2010. La Serie A ha visibilità, forza economica, e grazie alle grandi squadre, storia, tradizione e appeal, noi dobbiamo costruirceli questi asset. Abbiamo poca visibilità, poca forza economica e abbiamo bisogno di riaffermare, ognuno nel proprio territorio, quella tradizione, quella storia che i nostri Club avevano nel passato, dove un ragazzino nasceva primo tifoso della propria squadra della città e poi simpatizzante della Juventus, del Milan e dell’Inter.

Redazione: Da dove si parte ed in quale direzione?

Paolo Bedin: Per ottenere più risorse economiche, quindi aumentare i ricavi più sponsorizzazioni, più spettatori e vendere più abbonamenti e biglietti, c’è bisogno di appeal e visibilità; per aumentarla bisogna lavorare a tutte le leve del marketing, partendo dalla comunicazione. Il logo e il nome sono due marginalità  rispetto a quello che ci aspetta ma sono il punto di partenza. Poi lavoreremo sul marketing, sul commerciale, sul social

Redazione: Per il  Logo c’è un concorso o è stato affidato ad un’agenzia?

Paolo Bedin: Abbiamo contattato una ventina tra le più importanti agenzie per verificare la loro disponibilità a seguirci in questo progetto. Tra quelle che hanno aderito faremo presto la nostra scelta e poi con questo partner dovremo fare un lungo cammino di costruzione della corporate identity. Il tutto coerentemente con una precisa politica di comunicazione che dovremo costruire assieme.

Redazione: Su quali asset farete leva per sviluppare il vostro progetto?

Paolo Bedin: L’unico elemento che possiamo sfruttare è il senso di appartenenza territoriale. La Serie B non potrà mai affermare di esprimere un calcio più bello della Serie A, degli atleti e delle icone maggiori della Serie A, non ha impianti sportivi migliori. Sono tutti asset perdenti rispetto alla Serie A. L’unico elemento su cui costruire il nostro futuro è quello del senso di appartenenza, attraverso il quale la squadra di Serie B, della provincia o della città rappresenta un tessuto socio-economico.

Redazione: Naturalmente bisognerà sviluppare un lavoro di marketing di Lega, ma anche dei singoli club
Paolo Bedin: Certo i Club devono lavorare in due direzioni: mass marketing, che significa politiche di fidelizzazione per portare la gente allo stadio e business marketing, per aumentare i ricavi da sponsorizzazioni. La discriminante del portare più supporter allo stadio però non può essere solo il risultato sportivo, come funziona oggi nel nostro Paese. Gli inglesi si pongono il problema di “fidelizzare” i tifosi, attraverso politiche di branding, di comunicazione, di supportrship. Lo fanno anche con gli sponsor, attraverso il CMR e la costruzione di pacchetti di sponsoring completi. E’ un’enorme soddisfazione salvarsi all’ultima giornata di campionato e riuscire a rinnovare tutti i contratti di sponsorizzazioni. Se lo sponsor valuta il ritorno di visibilità in base al risultato sportivo dovrebbe valutare l’investimento in termini negativi. Se invece si costruiscono dei pacchetti promo- pubblicitari per i quali il ritorno è dato dal contenuto della sponsorizzazione, lo sponsor prende atto che il ritorno dell’investimento è determinato dalla visibilità reale.

Redazione: Per riportare la gente allo stadio ci sarà anche bisogno di impianti di un certo tipo.
Paolo Bedin: Oggi perdiamo i tifosi perché il prodotto televisivo è nettamente superiore in termini di offerta, per di più  a costi molto più bassi. L’offerta televisiva, dagli anticipi e posticipi di campionato alla Champions League, per arrivare alla Premier League che ci fa concorrenza il sabato pomeriggio rappresentano una sorta di “competitor indiretti” difficili da battere. Bisogna migliorare l’esperienza personale dell’andare allo stadio, realizzando impianti più belli, o ristrutturando i vecchi. E se questo non sarà possibile nel breve termine inventandoci qualcosa nei nostri stadi vecchi: parcheggi, ospitalità, servizi di ristorazione, eventi pre-  gara. Allo stadio, specie in Serie B, continuano ad andare con frequenza solo ultras e pensionati sessantenni. Abbiamo perso la fascia intermedia, le famiglie, i ragazzi. Che dobbiamo giocoforza recuperare, anche migliorando la location dei nostri eventi.

    

Paolo Bedin, del ‘68 di Vicenza, sposato con due figli, una laurea in Scienze Politiche ad indirizzo Internazionale, a cui ha aggiunto la scuola d’impresa CUOA, il Master “Stadi per il calcio” del Politecnico di Milano e quello di “Diritto ed Economia dello Sport” dell’Università di Firenze. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 1990, è stato corrispondente e collaboratore per varie testate giornalistiche (Tuttosport, Il Giornale di Vicenza, Vicenza Biancorossa, Assist, Calcio.Com Magazine). Dal 2005 è docente del Master SBS (Strategie per il Business dello Sport) di Venezia.
Già responsabile della comunicazione del Vicenza Calcio dal 1994 al 2000, si è poi trasferito all’AC Venezia per seguire il progetto del Nuovo Stadio di Tessera in qualità di Direttore Marketing della società Marco Polo, per poi far ritorno al Vicenza Calcio nell’ottobre del 2004 per ricoprire il ruolo di Direttore Marketing e Comunicazione e quello, dal 2006 al 2009, di Direttore di Gestione della Società.


Redazione: In effetti la Serie B, con le sue 22 squadre, rappresenta una parte del network della provincia italiana.

Paolo Bedin: La Serie B ha una visibilità locale indiscussa, perché da sempre è composta da Club che hanno storia, tradizione, prestigio nel proprio territorio. In questa stagione, oltre che una squadre di grande prestigio come il Torino, ci sono il Vicenza, il Lecce, il Brescia, la Reggina, il Cesena, il Padova, Club e città che hanno fatto la storia del calcio di provincia. E per lo stesso motivo i Godeas a Trieste, i Moscardelli a Piacenza, i Caracciolo a Brescia, sono personaggi che hanno una notevole esposizione mediatica a livello locale, che tutti riconoscono. E su questa bisogna lavorare, sapendo che il gap con la Serie A è incolmabile ma anche che la valenza delle nostre squadre è indiscussa.

Redazione: Un altro network importante è quello dei presidenti delle società
.
Paolo Bedin: Lavorare assieme. E’ una bella frase che costituisce più un obbligo che un invito. La sfida che ci aspetta è davvero difficile, dobbiamo affrontarla uniti e convinti di vincerla. Ricordo Calcio Nordest, il primo consorzio di calcio in Europa di società professionistiche che creammo nel 2001 con tra otto società trivenete, rappresentanti della Serie A, B e C1. Tre elementi fondanti: sponsoring, centrale acquisti e iniziative sociali. Nessun aspetto che aveva a che vedere con la parte tecnica ed i tifosi, divisi da sana rivalità. Riuscimmo a fare sponsoring comune con la Tim, ottimizzazione dei costi sul bordo campo e alcuni servizi, iniziative sociali con la Regione Veneto per quanto riguarda la disabilità. La nuova Serie B dovrà lavorare così, unita per il raggiungimento di obiettivi e scopi comuni.

Redazione: Dunque la separazione non c’è ancora, ma le attività per  realizzarla sono avviate: con quali passaggi formali e quanto sicuri di non tornare indietro?

Paolo Bedin: Ci sono due fatti e due date non contestabili. L’Assemblea di A ha deliberato nel giugno scorso la scissione, costituendo la nuova Lega di A con tanto di Statuto e Atto Costitutivo davanti ad un notaio, nel luglio A e B hanno firmato una accordo ratificato poi ad agosto sia dall’Assemblea di B che dall’Assemblea Generale. Da questo non si può non prescindere. Poi dovremo accordarci sulle modalità e sulla necessità-opportunità di mantenere un certo numero di servizi comuni, che non avrebbe senso separare con una inutile moltiplicazione di costi e di funzioni. Ma da un punto di vista giuridico- legale saranno due entità separate, con un proprio vertice e probabilmente organigramma. L’importante è che da un punto di vista politico e programmatico le due entità siano fianco a fianco, come sono state nella storia decennale della Lega Nazionale Professionisti, a difesa dei valori del calcio di vertice e con l’intento di raggiungere importanti comuni obiettivi, dalla complementarietà dei format ai diritti televisivi, dagli stadi alla fiscalità, dal rapporto con gli atleti alle scommesse.

http://www.sponsornet.it

La nuova "B" parte dal radicamento con il territorio. Parla Paolo Bedin, ex dir.gen. Vicenza calcio, chiamato a modificare l’immagine della serie B (si racconta in una storia di copertina di Sponsornet.it). 

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