Marketing – Il tricolore-saetta della Juventus parte dalla motonautica
“Un omaggio all’italianità”. Con queste parole Jean Claude Blanc, a.d. della Juventus, ha presentato ai media la maglia dei bianconeri (prodotta per l’ottavo anno consecutivo da Nike) caratterizzata da due strisce verticali verdi e rosse su sfondo bianco. A rendere ancora più distintivo il progetto grafico della divisa c’è la trasformazione del tricolore in una sorta di striscia elettrizzata. Una bella idea per confermare la Vecchia Signora come espressione sportiva del “made in Italy”, soprattutto al di fuori dai confini tradizionali.
La scelta cromatica della Juve per la stagione 2010/11 ha quindi una connotazione marketing, ma Sporteconomy ha scoperto che l’idea del tricolore da apporre sulle maglie nasce, con molti mesi di anticipo rispetto alla proposta bianconera, nel mondo della motonautica.
Quest’anno infatti il team Al&Al Marine (nella foto l’immagine della poppa tricolore) dei piloti campani Alfredo Amato e Alfredo Nuzzo, iscritto al mondiale Powerboat (classe Supersport), ha disegnato sulla poppa dell’imbarcazione un maxi tricolore che, tra l’altro, la rende immediatamente riconoscibile in gara.
“Il team fa da promozione alle barche prodotte dal nostro cantiere (Postiglione con sede a Baia, nda)”, ha spiegato a Sporteconomy.it Alfredo Amato, pilota-patron della scuderia. “L’idea ci è venuta molti mesi fa, prima dell’inizio della stagione agonistica, perché volevamo distinguerci e affermare la nostra italianità proprio come la Juventus, considerati i nostri progetti futuri nel Medio oriente. Ci fa piacere che questa stessa idea sia oggi sulla maglia della squadra più titolata in Italia, anche se il cuore batte per una squadra avversaria: il Napoli. Nella prossima stagione stiamo ragionando sull’idea di far percorrere l’intero scafo dal tricolore italiano”.
La Juventus lancia il tricolore-saetta, ma l’idea arriva da un team campano di motonautica (nella foto la seconda maglia 2010/11 con il tricolore-saetta).
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