Rassegna stampa – L’analisi del Secolo XIX sul tema del ddl LOLLI-BUTTI
Il Secolo XIX 26/09/2010 RENZO PARODI ed. Nazionale p. 8
Arenata nei palazzi la legge sugli stadi
ATTESA DA SOCIETÀ DI CALCIO E COMUNI
L’iniziale accordo bipartisan è sfumato
ROMA. Sembrava fatta, con l’appoggio di tutti gruppi politici, che l’avevano votata in commissione legiferante alla Camera, prima dell’estate. La legge sugli stadi invece è finita in un cassetto e quando la Camera ne comincerà l’esame è prevedibile un impasse. L’accordo tra maggioranza e opposizione è sfumato sull’articolo, introdotto al Senato, che prevede un fondo di solidarietà agganciato alla legge sulla vendita collettiva dei diritti tv (la "Melandri"). Questa legge, già in vigore, indica che sul 10% dei ricavi (circa 100 milioni di euro) il 6% sia destinato al calcio, che lo riceverà attraverso la Federcalcio, e il 4% a progetti relativi allo sport di base (vivai, impiantistica sportiva), quindi fuori dal pallone. Nella lettura al Senato il ddl sugli stadi ha modificato le percentuali di solidarietà: dal 6% si è saliti al 9,5% e dal 4% si è scesi allo 0,5%, di fatto eliminando la mutualità rispetto al movimento calcistico. L’onorevole Claudio Bàrbaro, di recente confluito nel Fli, è il relatore del ddl. «Lo 0,5% (pari a 5 milioni) coprirebbe il contributo in conto interessi al Credito Sportivo per abbattere i tassi dei mutui accesi per costruire i nuovi stadi. Briciole. Si è scelta la legge sugli stadi per traghettare i contributi di solidarietà nel mondo dello sport. Scelta bizzarra, poiché si tratta di partite distinte e lontane fra loro». Bàrbaro ha in serbo una proposta alternativa: «Chiederò come base di partenza di alzare la mutualità dal 4% al 5%, vincolandola alla costruzione di impianti sportivi dedicati alla scuola. Sarà un modo per accendere i riflettori sullo sport nella scuola e i suoi proble mi e sui problemi dello sport in generale. Ora non rinuncio e credo che i miei colleghi di commissione la pensino come me. Se i club calcistici pensano di dare battaglia su questo punto dubito riescano a spuntarla». Secondo Bàrbaro, «la legge sugli stadi produrrà un aumento dell’indebitamento delle società. che in A sfiora già i 2 miliardi». Giovanni Lolli, Pd, ex sottosegretario allo sport del governo Prodi, è uno dei due primi firmatari del ddl: «La legge sugli stadi va fatta a prescindere. È giusta e serve anche se l’Italia ha perso con la Francia la corsa agli Europei 2016. Ne hanno bisogno i comuni che devono liberarsi di impianti sportivi costosissimi e pericolosi, anche per ragioni di sicurezza, come indicano gli ultimi avvenimenti. Gli ultras sono contrari? Una ragione in più per fare la legge e rinnovare gli impianti». Ex presidente del Credito Sportivo, Andrea Valentini si occupa come consulente dei progetti per la costruzione di stadi. Uno è in gestazione a Parma. «Una legge sugli stadi porterebbe investimenti dai 5 ai 6 miliardi, senza carichi per lo Stato. Già oggi è possibile costruire centri commerciali e impianti sportivi con forme di perequazione concordate con i comuni. Gli strumenti urbanistici esistono». I comuni vogliono disfarsi di impianti sportivi, costosi e vetusti, le società hanno bisogno di impianti moderni e sicuri». Col progetto stadio a Sestri Ponente, Riccardo Garrone aveva appunto offerto a palazzo Tursi uno schema del genere. «Il comune si libera da un peso finanziario e acquista un bene utile, con tanto di infrastrutture conferma Valentini E poi c’è l’indotto».
fonte: IlSecoloXIX
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