Calcio.Internazionale

Editoriale – Scontri tifosi serbi a Marassi: tante domande che attendono una risposta…

Una serie di domande però sorgono spontanee:

Come hanno fatto i tifosi serbi (molti di questi inibiti dall’accesso negli stadi) a entrare a Marassi?

Come hanno fatto molti di loro a brandire mazze, coltelli, tronchesi? (nella foto l’immagine dell’ultrà serbo che ha utilizzato le tronchesi per tagliare la rete della Curva Nord di Marassi,nda) – Dove erano i controlli preventivi della polizia serba e di quella italiana?

Come è possibile che le comunicazioni di rito tra le due forze dell’ordine non siano servite a prevenire questi scontri? Questi ultras non dovevano essere perquisiti prima di entrare e in prossimità delle frontiere?

Perchè la Uefa non ha previsto che questa gara poteva trasformarsi in un volano incredibile per le spinte ultra-nazionaliste serbe? 

La curva scelta per ospitare i tifosi serbi era realmente quella più sicura e gestibile da parte delle nostre forze dell’ordine?

A queste domande speriamo che ci risponda, in tempi brevi, il ministro degli Interni, Roberto Maroni.  

Più in generale speriamo che il presidente della Federcalcio serba rassegni (quanto prima) le dimissioni, così come invitiamo la Nike Serbia (partner tecnico dell’abbigliamento) a risolvere anticipatamente il contratto con questa Nazionale (il danno d’immagine per la multinazionale americana è sicuramente elevato), Ci auguriamo infine che venga esclusa dagli Europei dalla stessa UEFA.  

Hanno raggiunto Genova per far sospendere la partita e ci sono riusciti. E’ la storia, ai limiti della pazzia, di 300 tifosi serbi in perfetto stile black block, che hanno trasformato Marassi e la città di Genova in un territorio da guerriglia. Il capoluogo ligure torna a vivere le ore di violenza del "G8". 

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Marcel Vulpis

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