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Stadi – Lo stadio “solare” del Berna, modello per l’Europa/2

Costruito per fornire ogni anno 800’000 chilowattora a privati, aziende e al comune di Berna, l’impianto ha suscitato un tale interesse da parte della clientela da permettere all’azienda elettrica di potenziare già nel 2007 la produzione annuale di altri 450’000 chilowattora. A detta di Vollenweider, tre fattori sono stati in particolar modo decisivi per il successo del progetto: “Il tetto dello stadio offre una superficie abbastanza grande per integrare una centrale solare, questa fonte energetica attira numerosi clienti e uno stadio di calcio è sicuramente un luogo propizio per familiarizzare il grande pubblico con l’energia fotovoltaica”.
Realizzata sul sito in cui ha avuto luogo il famoso “miracolo di Berna”, ossia la sensazionale rimonta e vittoria della Germania ai campionati del mondo di calcio del 1954, la centrale solare dello Stade de Suisse ha acquisito una notevole notorietà internazionale con l’attribuzione nel 2005 del Premio solare europeo. Lo stadio del Wankdorf non è l’unico impianto sportivo equipaggiato con una centrale solare sul tetto. Ma si tratta ancora oggi della più grande istallazione di questo genere a livello mondiale. “Con questo progetto siamo riusciti a dare un nuovo impulso all’energia solare anche all’estero: vi sono già stati diversi tentativi di imitarci”, sostiene Vollenweider.
In Svizzera esistono finora tre altri stadi di calcio che dispongono di una centrale solare, benché più piccola: lo stadio St. Jakob di Basilea (dal 2001), il Letzigrund di Zurigo (dal 2008) e l’AFG Arena di San Gallo (dal 2009). Un buon inizio, ma non sufficiente, secondo il WWF. In uno studio pubblicato l’anno scorso, l’organizzazione ambientalista è giunta alla conclusione che i club svizzeri di calcio non hanno sviluppato finora nessun concetto in materia di protezione dell’ambiente. Dei pannelli solari sul tetto non bastano a dimostrare una vera vocazione ecologica. D’altronde, perfino nello Stade de Suisse, solo il 2% dell’elettricità consumata per gli impianti sportivi, gli uffici, le sale di congressi e il centro commerciale proviene dall’energia prodotta sul tetto dello stadio. “L’energia solare rimane alquanto costosa”, spiega Peter Staudemann, portavoce dello Stade de Suisse.
Dei 36 negozi che si trovano nello stadio solo il supermercato della Coop utilizza l’energia solare. “Gli altri negozi potrebbero ricorrervi a loro volta, ma preferiscono rinunciarvi: anche per loro si tratta di una questione di prezzo”, rileva Peter Baumgartner, direttore del centro commerciale. 
Nonostante le raccomandazioni della Federazione internazionale delle associazioni di football (FIFA), secondo la quale misure di risparmi energetici dovrebbero costituire parte integrante di ogni nuovo stadio, finora gli impianti solari rimangono piuttosto un’eccezione a livello mondiale. Perfino in Sudafrica, dove il sole splende quasi tutto l’anno, nessun nuovo stadio realizzato per ospitare la fase finale dei campionati del mondo di calcio 2010 è stato equipaggiato con impianti fotovoltaici. In Brasile è stato lanciato un progetto per dotare di energia solare tutti gli impianti previsti per i mondiali del 2014. I suoi ideatori citano lo Stade de Suisse quale esempio da seguire, ma non è affatto sicuro che avranno successo: l’energia idroelettrica rimane infatti nettamente meno costosa rispetto a quella solare. (fonte: Stadi e Business)


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