Rugby

Rugby – Six Nations: un affare per tutti

Il valore economico del
Sei Nazioni, il più antico trofeo di rugby per selezioni nazionali, è pari a 465 milioni di euro, secondo uno studio condotto dal Centre for the international
business of sport (Cibs).  A guidare
questa particolare classifica è  l’Inghilterra
con 97 milioni di euro, seguita dall’Irlanda con 90,5 milioni, mentre al terzo
posto si è piazzata la Francia, vincitrice del torneo 2010, con quasi

90 milioni di euro. Più
indietro il Galles (80 mln), la Scozia (69 mln) e l’Italia, staccata a 37,7
milioni di euro.

I
risultati più importanti, però, sono sotto il profilo del business generato
dall’evento Six Nations sui rispettivi mercati. Inghilterra, Francia e Irlanda, che lavorano da tempo ad alti livelli
in ambito marketing, con particolare attenzione agli aspetti promo-turistici,
hanno beneficiato di un impatto economico molto simile: c’è al massimo una differenza
di 8 mln di euro tra la prima (Inghilterra) e la terza (Francia). Positivi
anche i riscontri ottenuti da Galles e Scozia. In crescita l’Italia, che, in
appena 10 anni, ha superato il 50% del valore della Scozia, pur non avendo il
blasone delle altre cinque nazioni rivali.

La Federazione, dopo alcuni
anni di attesa, è finalmente partita con un’attenta politica di promozione
dell’evento coinvolgendo l’intera community del rugby tricolore (si stimano 14
milioni di italiani interessati a quesa disciplina sportiva).

Sul terreno dei diritti
tv l’Italrugby vale 13 milioni di euro, ovvero quelli garantiti da SkySport
(tutte le gare sono trasmesse in HD) per l’esclusiva nel triennio 2010-2013,
mentre La7, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2009, ne ha spesi 6,5.  

L’interesse della palla
ovale nel nostro Paese è confermato dai dati di audience della partita
inaugurale contro i “verdi” d’Irlanda (persa al Flaminio sabato scorso per 13
punti a 11). Il
match ha conquistato l’interesse di quasi
800 mila spettatori, in crescita rispetto ai 725 mila di un anno fa. Sempre
rispetto al 2010, si è passati, sulle reti di Murdoch, dai 137 mila spettatori
agli oltre 200 mila.

Più in generale sono stati
1.054.654 i fan che hanno deciso di seguire tutte le gare del Six Nations2010
dal vivo. In tv ogni partita ha ottenuto una media contatti pari a 125 milioni
di persone. Numeri ancora lontani dai palcoscenici televisivi del calcio, ma le
aziende possono entrare in modo più veloce con un target profilato e con un’elevata
capacità economica.

Tre match, poi, hanno
raggiunto sui rispettivi territori nazionali, audience pari a 10 milioni di utenti: come nel caso di
Francia-Irlanda, Galles-Francia o di Francia-Inghilterra. Un’audience,
quest’ultima, pari per esempio ai 10 milioni di contatti ottenuti da
Barça-Inter (semifinale di ritorno della Champions league2010) sulla Rai. Gli
esperti prevedono che il rugby possa posizionarsi, nei prossimi cinque anni,
stabilmente tra gli sport più seguiti sia a livello televisivo che all’interno
degli impianti sportivi, soprattutto in concomitanza con l’organizzazione di
grandi eventi sportivi.

 

 

Nel 2010 l’impatto
economico sui diversi Paesi coinvolti è stato pari:

IMPATTO PER L’INGHILTERRA: 97.72 MLN DI EURO

IMPATTO PER L’IRLANDA: 90.50 MLN DI EURO

IMPATTO PER LA FRANCIA: 89.79 MLN DI EURO

IMPATTO PER IL GALLES: 80.16 MLN DI EURO

IMPATTO PER LA SCOZIA: 69.55 MLN DI EURO

IMPATTO PER L’ITALIA: 37,71 MLN DI EURO

(fonte: CIBS)

Il valore del business generato dal Six Nations nei sei mercati coinvolti nel trofeo per nazioni (Italia, Francia, Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda). 

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Marcel Vulpis

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