Sport.Business

Sport – Luci e ombre dello sport professionistico

Si è conclusa oggi presso l’Arena Altero Felici – Stella Azzurra a Roma la
presentazione dell’indagine DOXA intitolata “Giocare: una professione, una vita”
rivolta a tutto il mondo sportivo con dati scientifici che mostrano luci ed
ombre dell’esperienza di vita di chi pratica sport a livello agonistico.

LGS
SportLab,
società di servizi di consulenza, formazione e coaching rivolti ad atleti,
società, manager e federazioni, ha voluto indagare in maniera approfondita quale
sia la percezione del proprio presente e del proprio futuro da parte di chi vive
costantemente proiettato al successo sportivo in un futuro a breve
termine.

La
ricerca è stata condotta seguendo un duplice metodo di indagine: uno qualitativo, basato su interviste
approfondite con 35 atleti professionisti di diverse discipline, ed uno quantitativo, strutturato in
questionari mirati sottoposti a un numero significativo di sportivi. I dati
emersi da questa doppia ricerca offrono una panoramica sullo sport in Italia
praticato a diversi livelli, con approfondimenti sulle singole
discipline.

 

Caratteristica
comune ai vari sport è il percorso di crescita che ogni atleta si trova a
seguire, un andamento lineare scandito da fasi progressive che scandiscono la
carriera sportiva: una prima fase di gioco, caratterizzata da forte entusiasmo e
focalizzazione sul presente; una fase intermedia detta della maturità, ovvero
quando il gioco si trasforma in una professione con alternanza di successi e
delusioni; ed un’ultima fase che precede il passaggio al post-carriera, quando
l’atleta comincia a lasciare l’agonismo per dedicarsi alla famiglia e cercare
una nuova posizione all’interno del mondo lavorativo.

 

Ciascuna
di queste fasi è vissuta in maniera diversa da chi pratica discipline diverse, e
ciascuna esperienza può essere collocata su una mappa emotiva che traccia
sensazioni, bisogni e aspettative di atleti di ben 15 discipline sportive nei
vari momenti della loro carriera.

 

In
rappresentanza dei diversi sport sono intervenuti: per il Calcio Sergio Floccari, attaccante della S.S.
Lazio, Moris Carrozzieri, difensore
dell’Unione Sportiva Città di Palermo; per il Volley Massimo Barbolini, allenatore della nazionale di
pallavolo femminile; per il Rugby Andrea
Lo Cicero,
pilone sinistro nella nazionale italiana e allenatore; per i tuffi Nicola Marconi, campione europeo di
sincro con il fratello Tommaso; per il canottaggio Raffaello Leonardo, atleta olimpionico
e campione mondiale; per il Tennis Nicola Pietrangeli, indiscusso campione
italiano; e per il pentathlon Daniele
Masala, ex atleta e campione olimpico.

 

Alcuni
sport minori e individuali, come ad esempio la Boxe, il Tennis e la Pallanuoto, alternano ad una prima fase
di forte competitività e pathos, una fase conclusiva di ossessione e
preoccupazione che inizia con l’avvicinarsi del passaggio al fine carriera che
viene visto come un grande punto interrogativo non potendo contare sull’appoggio
di realtà strutturate tali da garantire un valido supporto. Lo stesso Eugenio De Paoli, Direttore di Rai
Sport, sottolinea quanto sia importante sostenere e dare assistenza alle
discipline cosiddette “minori” perché “proprio questi sport sono una importante
scuole di vita, che insegna la cultura della vittoria e della sconfitta. Grande
esempio in questo senso – continua il Direttore – è dato dal Rugby, disciplina di grande fair play
che codifica in maniera precisa l’impiego della violenza e lo circoscrive al
campo di gioco, insegnando il valore della competizione
sportiva”.

 

Non è
questo il caso di discipline più blasonate, come il Basket ed il Calcio, dove il post-carriera è vissuto
in maniera più rilassata e propositiva, dal momento che il successo economico
oltre che sportivo ottenuto durante la carriera rappresenta una buona garanzia
per un futuro sereno. Ma una buona gestione degli introiti raccolti durante la
carriera non sempre basta a dare sicurezza, come spiega Sergio Floccari: “non dobbiamo dimenticare che lo stipendio di
un calciatore finisce d’essere una certezza nel medesimo istante in cui ha fine
la carriera professionistica e per questo è importante prepararsi imparando a
gestire le proprie risorse fin dall’inizio”.

 

Altre
discipline che possono, invece, contare su un’assistenza continua offerta dai
Gruppi Sportivi Militari, come la Scherma, il Nuoto e lo Sci, seguono un percorso piuttosto
equilibrato dove i momenti di maggiore criticità sono determinati da infortuni o
in concomitanza con gare importanti. La testimonianza di Nicola Marconi, tesserato per il Gruppo
Sportivo della Marina Militare, conferma quanto emerso dalla ricerca: “l’infortunio alla schiena che ho avuto
durante gli ultimi Europei a Budapest mi ha costretto ad uno stop di tre mesi,
durante il quale mi sono ritrovato a pensare alla mia carriera, di quanto io sia
stato fortunato ed allo stesso tempo di quanto poco basti per finire nel
dimenticatoio”.

 

Lorenza
Guerra Seràgnoli,
Presidente e Socio Fondatore di LGS SportLab, si propone di mettere a
disposizione del mondo sportivo un’unica struttura in grado di offrire
assistenza a 360°, avvalendosi di un team di personale specializzato capace di
mantenere quella neutralità necessaria ad assicurare la migliore gestione della
carriera di chi pratica e gestisce lo sport ad altissimo
livello.

 

Dall’indagine
DOXA emerge chiaramente come quello sportivo sia un mondo che corre su un
binario parallelo rispetto a quello della quotidianità che noi tutti siamo
abituato a vivere. “La dedizione,
l’impegno e la passione che un atleta mette in allenamento rappresentano un
importante scuola di vita – spiega Raffaello Leonardo – ma allo stesso tempo rende l’atleta un
disadattato rispetto al resto della società, dalla quale si trova ad essere
escluso”.

 

In
quest’ottica il supporto ed il sostegno più importante che LGS SportLab intende
dare ad un atleta è proprio quello di accompagnarlo nel suo percorso di crescita
allenando la sua forma mentis anche ad altre attività, diverse da quelle
sportive, per aiutarlo a non perdere il contatto con la realtà che lo circonda.
Questa consulenza interviene in risposta ad un’esigenza che è stata individuata
in maniera molto precisa dalla ricerca DOXA, come spiega la Dr.ssa Sandra Bruno, responsabile della sede
di Roma: “qualsiasi pensiero al post
carriera arriva per un atleta sempre molto tardi al punto da costituire un
grande punto interrogativo”. È lo stesso Andrea Lo Cicero a confermare questi
risultati quando afferma che “non è
facile per un atleta immaginare il proprio futuro, la paura di dover un giorno
porre fine della propria carriera o di dover affrontare gravi infortuni è una
costante che mi accompagna ogni giorno”. 

La
fotografia del mondo sportivo professionistico scattata da LGS SportLab insieme
alla DOXA descrive atleti sicuri delle loro capacità solamente proiettate sul
presente e scarsa consapevolezza del proprio futuro.

Previous post

Eventi - Seconda giornata dei Campionati regionali sci alpino FISI-CLS trofeo CSQUARE 2011

Next post

Tennis - Adidas e l'azzurro Fabio Fognini insieme fino al 2013

Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *