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Editoriale – La Virtus simbolo dello sport capitolino…

Nella ultime due stagioni il “quintetto” giallorosso aveva presentato due marchi di profilo nazionale come Lottomatica e Unicredit group. Realtà che, dopo molte stagioni nel basket, hanno scelto di investire in altri settori abbandonando una delle società più interessanti del panorama sportivo romano. Ad oggi la maglia della Virtus non presenta alcun abbinamento commerciale eppure è una straordinaria piattaforma di comunicazione a disposizione degli spender (a costi molto più contenuti, causa la crisi, di molte stagioni fa). I numeri del basket sono da anni in crescita e, a partire da questa nuova stagione, la massima serie torna in chiaro (sul digitale) su RaiSport e LA7 (oltre a servizi su network locali). 

Chi investirà adesso sul marchio Virtus otterrà un doppio risultato: un’exposure mediatica superiore ad altri marchi, anche perchè potrà apparire al contrario di altre maglie su superfici “pulite” (in controtendenza con l’effetto marmellata di altri club), ma soprattutto entrerà nel “cuore” della fan-base virtusina, per aver aiutato la squadra e la società in un momento di crisi economica perdurante. Non saper cogliere questa opportunità proprio nell’anno di ROMA2020, dove il basket (disciplina olimpica tra le più suggestive) avrà un ruolo importante in termini di immagine, è una mancanza inaccettabile da parte delle direzioni marketing delle aziende (capitoline e non). Tra l’altro, questo club potrebbe diventare un eccezionale veicolo di geo-marketing a livello sportivo, catalizzando l’interesse di tante realtà romane che hanno una proiezione nazionale e che, attraverso il calendario delle partite di A1, avrebbero la possibilità di portare il loro marchio e comunicazione in giro per l’Italia. Spero che questo sia solo un anno di passaggio, perchè dopo la figuraccia dell’imprenditoria romana a sostegno della Rugby Roma, non c’è bisogno di un “caso-Rugby Roma bis”. Un ultimo invito ai direttori marketing italiani: “siate affamati, siate folli in tutto ciò che fate!”. Non ve lo dice il direttore di Sporteconomy, ma una persona indiscutibilmente considerata da tutti un genio assoluto: Bill Gates. In bocca al lupo Virtus Roma!

A pochi giorni dalla partenza del nuovo campionato di basket di A1 c’è un “caso” che i media (non solo nazionali) stanno stranamente sottacendo, ovvero l’assenza di sponsor sulla maglia da gioco della Virtus basket Roma, un club glorioso che rappresenta il movimento della pallacanestro a livello nazionale, ma anche l’orgoglio di un movimento sportivo in ambito “domestico”. 

Vedere la casacca da gioco senza marchi commerciali è sicuramente un segno dei tempi, ma anche un’opportunità giocata male dalle aziende interessate al mercato dello sport-business (con particolare interesse al segmento “basket”). 
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Marcel Vulpis

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