Calcio – Abodi: ‘Boom per la B, ma guai a fermarsi’
- Lo ha detto il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi intervistato da Fulvio Bianchi su Repubblica.it. “Dobbiamo dare più stabilità a tutti i campionati: nel nostro dobbiamo arrivare a meno promozioni in A e meno retrocessioni in Lega Pro. Processo non facile e lungo: ma il cammino ormai è iniziato“.
Quindi Abodi ha parlato degli spettatori e del boom: “La media adesso è superiore a 6.500 spettatori a partita, con un incremento del 30 per cento rispetto allo scorso anno”, ma ha continuato dicendo che è impensabile crescere senza stadi adeguati: “abbiamo pronto un piano di sviluppo. Bisogna dialogare coi proprietari, che sono i comuni. Stiamo dialogando inoltre anche con partner importanti come Finmeccanica, Ance, Unioncamere e Istituto per il Credito Sportivo”.
Mentre si sta chiudendo l’accordo con l’Aic, l’Aiac (allenatori) e i preparatori atletici Abodi ha anche parlato di progetti concreti per “salvare” economicamente chi retrocede in Lega Pro: “I fallimenti non devono più succedere. Capisco che una retrocessione possa essere anche vista come un dramma sportivo, ma non deve essere la scorciatoia per l’inferno. Già adesso diamo come “ammortizzatore” 750.000 euro a chi scende di categoria ma non basta: per questo stiamo studiando un percorso virtuoso per poter abbattere l’impatto della retrocessione”.
Infine una battuta sulla B Italia? “E’ rinata, una grande soddisfazione. Un serbatoio di giovani che potranno essere utili in futuro anche a Ciro Ferrara” (la selezione azzurra giocherà in Serbia martedì prossimo).
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Intervistato inoltre su Direttanews.it, Abodi ha detto la sua anche su una nuova concezione di B che include le formazioni Primavera delle maggiori squadre italiane (come il modello spagnolo dove ad esempio possiamo trovare il Barcellona B): “Io sono sostanzialmente contrario, per la semplice ragione che il progetto di sviluppo dei giovani la Serie B lo sta facendo suo all’interno delle 22 squadre. Ci sono diverse realtà che hanno tra i propri giocatori ragazzi provenienti dal settore giovanile e che hanno capito l’importanza di puntare sulla crescita dei giovani e non tanto su operazioni di acquisto. In più, noi abbiamo un storia di 80 anni fatta di rappresentanze di città più o meno piccole, non credo che la soluzione sia l’arrivo dalla Serie A di grandi marchi con le seconde squadre che occuperebbero numerosi spazi. Tra l’altro entro tre anni il numero di squadre si ridurrà da 22 a 20”.
“Non c’è dubbio che 22 squadre siano troppe e per questo abbiamo preparato un piano per ridurle: dalla prossima stagione le retrocessioni in Lega Pro saranno cinque e non quattro. Arriveremo a 20 club dal 2015, ma potremo fare, più avanti, un pensierino anche a 18”.
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