Euro2012: Un finale annunciato e la teoria dello stellone
Per giorni si è letto di giocatori spagnoli stanchi, senza gambe, e, soprattutto, senza idee, quasi sfiancati dalle geometrie sul campo in stile Barcellona.
Insomma, ancor prima di giocarla, l’Italia era data per vincente e anche le quote del betting tra le due selezioni erano molto simili.
Invece abbiamo perso, proprio a causa della nostra presunzione e della mancanza di umiltà. Non c’è stata partita, complice anche l’infortunio di Thiago Motta, che ha lasciato in 10 i suoi compagni (dopo ben due cambi forzati).
Gli spagnoli sono di un altro pianeta, alieni tra gli umani. Capaci di dominare il calcio europeo così come quello mondiale da almeno 8-10 anni. I risultati in termini di nazionale sono arrivati dal 2008 ad oggi e anche in Brasile, in vista del prossimo evento iridato, è la squadra da battere.
Ieri gli iberici di Del Bosque hanno dato una grande lezione di calcio, mettendo a nudo tutte le nostre debolezze. Possono schierare 11 campioni, ma ne hanno altrettanti in panchina e la media età giocatori non supera i 27,3 anni. Molto piu’ bassa rispetto al panorama della concorrenza diretta.
Questa sconfitta ha un senso se si capirà che bisogna ulteriormente programmare. Se capiremo i nostri errori sarà possile costruire un nuovo progetto, altrimenti continueremo ad avanzare sfruttando lo “stellone” italico. Ma non puo’ essere questo il metro di riferimento nella crescita di un progetto sportivo.
Il 99% delle testate sportive e non dava per scontato un finale glorioso per gli azzurri di Cesare Prandelli. L’aver superato la Germania in semifinale sembrava essere quasi un segno del destino, un trampolino di lancio per la vittoria con la Spagna, agnello sacrificale dei nostri.
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