Tempi supplementari – Malagò, Abodi, Pancalli, anti-virus della gerontocrazia sportiva
TEMPI SUPPLEMENTARI
Malagò, Abodi e Pancalli
Malagò, Abodi e Pancalli
anti virus della gerontocrazia
di Gianni Bondini*
Purché altre tre società lo votino l’11 gennaio, assieme alle altre 11 che l’hanno già fatto. Tre eccezioni non fanno tendenza, ma possono rappresentare un punto di partenza. La rima non è voluta.
Capodanno è tempo di bilanci e di conti degli anni che passano. Noi vogliamo contare i compleanni di coloro che detengono il potere. Nelle società e nello sport. Barak Obama il 4 agosto compirà 52 anni. Aveva solo 47 anni nel 2008, quando venne eletto per la prima volta presidente degli Stati Uniti. Francois Hollande il 14 agosto avrà 59 anni e ne aveva uno in meno quando strappo la presidenza della Francia a Nicolas Sharkozy. Entrambi sono nati sotto il segno del Leone e rappresentano una importante eccezione rispetto alla gerontocrazia che governa l’Italia e buona parte del mondo.
Il nostro Paese è sotto il dominio degli anziani. Come dimostrano con le loro età i massimi rappresentanti dello Stato: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con i suoi 86 anni e il premier Mario Monti che ha 70 anni suonati.
Come ha scritto Marcel Vulpis in “Gerontocrazia al potere” su formiche.net, lo sport non fa eccezione. E’ dominato dagli highlander (gli immortali). Non solo parole, ma dati anagrafici. L’età media dei presidenti delle federazioni sportive supera i 68 anni. In sintonia con la più importante Federazione (quella del calcio) e col vertice Coni. Il presidente federale Giancarlo Abete ha solo 63 anni, e dopo il sostegno annunciato della Lega dilettanti il 14 gennaio dovrebbe succedere a se stesso. Un numero uno del calcio con i calzoni corti. Rispetto ai 76 anni del persidente della LegaPro, Mario Macalli, e ai 70 anni del gran capo dei Dilettanti, Carlo Tavecchio.
Non sarà per questo che quel “ragazzino” di Andrea Abodi con i suoi 52 anni, e ne aveva meno di 50 quando ottenne la presidenza della Lega di B, fatica a riscuotere i voti proprio dai “vecchi” della serie A?
Dati anagraffici alla mano, è indubbio che il Coni sia invecchiato col passare dei decenni dell’età democratica. Perché Giulio Onesti divenne commissario del rinato Comitato Olimpico a soli 32 anni (nel 1944) e due anni dopo s’insediò alla presidenza, che mantenne per 33 anni. Il suo successore Franco Cararo non fu da meno: presidente del Coni a 39 anni e nel trentennio successivo (nol solo nello sport) conquistò presidenze, incarichi ministeriali e di sindaco.
L’età anagrafica comincia a crescere con la presidenza del Coni dello scomparso Arrigo Gattai, che venne eletto numero uno dello sport a 59 anni. Il successore Mario Pescante, lo scalza con qualche anno di meno, a 55 primavere. Ma Pescante aveva bruciato le tappe a 35 anni, quand’era diventato con Onesti segretario generale del Coni. Anche il presidente uscente del Coni, Gianni Petrucci, ha seguito un percorso analogo al suo predecessore. Petrucci, difatti, divenne segretario generale della Federcalcio a 43 anni, eletto per la prima volta a capo del Coni a 54 anni. E Lello Pagnozzi attuale segretario generale del Coni (lo è divenuto a 45 anni) a 65 anni è candidato alla presidenza. Le pantere grigie (o meglio decisamente bianche) sono ancora al comando, ma fino a quando?
Purché altre tre società lo votino l’11 gennaio, assieme alle altre 11 che l’hanno già fatto. Tre eccezioni non fanno tendenza, ma possono rappresentare un punto di partenza. La rima non è voluta.
Capodanno è tempo di bilanci e di conti degli anni che passano. Noi vogliamo contare i compleanni di coloro che detengono il potere. Nelle società e nello sport. Barak Obama il 4 agosto compirà 52 anni. Aveva solo 47 anni nel 2008, quando venne eletto per la prima volta presidente degli Stati Uniti. Francois Hollande il 14 agosto avrà 59 anni e ne aveva uno in meno quando strappo la presidenza della Francia a Nicolas Sharkozy. Entrambi sono nati sotto il segno del Leone e rappresentano una importante eccezione rispetto alla gerontocrazia che governa l’Italia e buona parte del mondo.
Il nostro Paese è sotto il dominio degli anziani. Come dimostrano con le loro età i massimi rappresentanti dello Stato: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con i suoi 86 anni e il premier Mario Monti che ha 70 anni suonati.
Come ha scritto Marcel Vulpis in “Gerontocrazia al potere” su formiche.net, lo sport non fa eccezione. E’ dominato dagli highlander (gli immortali). Non solo parole, ma dati anagrafici. L’età media dei presidenti delle federazioni sportive supera i 68 anni. In sintonia con la più importante Federazione (quella del calcio) e col vertice Coni. Il presidente federale Giancarlo Abete ha solo 63 anni, e dopo il sostegno annunciato della Lega dilettanti il 14 gennaio dovrebbe succedere a se stesso. Un numero uno del calcio con i calzoni corti. Rispetto ai 76 anni del persidente della LegaPro, Mario Macalli, e ai 70 anni del gran capo dei Dilettanti, Carlo Tavecchio.
Non sarà per questo che quel “ragazzino” di Andrea Abodi con i suoi 52 anni, e ne aveva meno di 50 quando ottenne la presidenza della Lega di B, fatica a riscuotere i voti proprio dai “vecchi” della serie A?
Dati anagraffici alla mano, è indubbio che il Coni sia invecchiato col passare dei decenni dell’età democratica. Perché Giulio Onesti divenne commissario del rinato Comitato Olimpico a soli 32 anni (nel 1944) e due anni dopo s’insediò alla presidenza, che mantenne per 33 anni. Il suo successore Franco Cararo non fu da meno: presidente del Coni a 39 anni e nel trentennio successivo (nol solo nello sport) conquistò presidenze, incarichi ministeriali e di sindaco.
L’età anagrafica comincia a crescere con la presidenza del Coni dello scomparso Arrigo Gattai, che venne eletto numero uno dello sport a 59 anni. Il successore Mario Pescante, lo scalza con qualche anno di meno, a 55 primavere. Ma Pescante aveva bruciato le tappe a 35 anni, quand’era diventato con Onesti segretario generale del Coni. Anche il presidente uscente del Coni, Gianni Petrucci, ha seguito un percorso analogo al suo predecessore. Petrucci, difatti, divenne segretario generale della Federcalcio a 43 anni, eletto per la prima volta a capo del Coni a 54 anni. E Lello Pagnozzi attuale segretario generale del Coni (lo è divenuto a 45 anni) a 65 anni è candidato alla presidenza. Le pantere grigie (o meglio decisamente bianche) sono ancora al comando, ma fino a quando?
Tre “ragazzi” potrebbero salvare lo sport dal pericoloso virus della gerontocrazia. Sono: il candidato alla presidenza del Coni Giovanni Malagò, che il giorno del voto (19 febbraio 2013) avrà 54 anni; Luca Pancalli, che a 49 anni corre come segretario generale del Foro Italico ma è un nome spendibile per qualsiasi incarico e Andrea Abodi, che a 52 anni è il candidato più accredidato a guidare la Lega di serie A.
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