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Report – Modelli organizzativi e di gestione dei club

D: In questi ultimi anni anche nel mondo dello sport è emersa, in misura sempre crescente, l’importanzadella adozione dei modelli organizzativi e di gestione previsti dal d.lgs. 231/2001. Perché?

R: In effetti, il mondo dello sport, ed in particolare l’“azienda calcio”, di recente è stato investito da numerosi eventi che ne hanno screditato il consenso presso i supporter ed il fascino presso l’opinione pubblica, mettendo in crisi la stessa credibilità dell’intero sistema.

Lo sport, nel nostro Paese, ha da sempre registrato entusiasmo, passione e soddisfazioni (sia a livello nazionale cheinternazionale), ma anche molte ombre ed una serie di scandali, truffe e sospetti che ne hanno fortemente minato la reputazione.

Fenomeni come la corruzione (“Totonero-bis” del 1986, “Calciopoli” che fece tremare l’intero sistema nell’anno della vittoria mondiale 2006, lo “scandalo calcioscommesse” degli ultimi anni), il doping, gli scandali amministrativi ed economici, la violenza negli stadi, hanno contribuito a diffondere scetticismo e disaffezione. Alla luce di questi eventi, è opportuno chiedersi se l’apparato organizzativo, gestionale e di controllo delle aziende operanti nel mondo dello sport sia adeguato, cioè se sia o meno in grado di tutelare gli innumerevoli interessi economici e sociali che vi ruotano intorno e di garantire il corretto svolgimento delle attività da parte degli addetti ai lavori.

 

 

 

D: Nel mondo del calcio, in particolare, qual è lo stato dell’arte in relazione all’adozione dei modelli ex d.lgs. 231/2001?

 

R:  È pacifico ritenere, innanzitutto, che il d.lgs. 231/2001 annovera tra i suoi destinatari anche le società sportive.

Ma vi è di più. Il “ciclone calciopoli” dell’estate 2006 ed i procedimenti della giustizia sportiva a carico delle note società coinvolte (Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina), infatti, hanno evidenziato la valenza del Modello organizzativo quale strumento di prevenzione del rischio di commissione di reati sportivi. Nello specifico, dall’analisi del giudizio dei lodi arbitrali emanati dalla Camera di Conciliazione ed Arbitrato del CONI si è evinto, per tre delle quattro società in questione, che “la violazione di tali obblighi ha trovato un ambiente giuridico e istituzionale favorevole proprio nell’assenza di Modelli organizzativi interni alla società idonei a garantire l’assoluta correttezza e trasparenza delle condotte individuali dei tesserati e a prevenire la commissione di illeciti”. D’altro canto, invece, nel solo caso della Juventus, è stato dichiarato positivamente il comportamento della società che aveva adottato un codice etico e un modello organizzativo idoneo a prevenire illeciti sportivi, con conseguente riduzione della pena.

Allo stato, le più grandi società del panorama calcistico italiano hanno adottato il Modello organizzativo 231: Milan, Inter, Juventus, Fiorentina, Lazio, Roma e tra le ultime il Novara (serie B).

 

 

D: Quali sono i passaggi che una società di calcio deve compiere per adeguarsi al d.lgs. 231/2001?

R: Le caratteristiche generali che riconoscono ad un Modello 231 la funzione “esimente” sono state individuate nei concetti di idoneità, efficacia ed adeguatezza.

Un modello costruito in maniera idonea deve essere efficacemente attuato, dinamico e le misure predisposte devono trovare concreta ed effettiva applicazione. Esso quindi deve prevedere:

1)   una fase di analisi dei rischi (risk assessment) che consenta di individuare le aree “sensibili”, i processi operativi e le attività dell’ente nell’ambito delle quali potrebbe avere luogo la commissione di uno dei reati presupposto;

2)   l’indicazione dei presidi da attuare (gli specifici protocolli menzionati dall’art. 6 comma 2, lett. b), che riguardano sia le modalità di svolgimento dell’attività, sia il controllo delle azioni da compiersi tramite l’istituzione di un organismo interno;

3)   la previsione di obblighi di informazione da e verso l’Organismo di Vigilanza;

4)   la creazione di un sistema disciplinare in grado di sanzionare il mancato rispetto delle misure organizzative predisposte.

Un modello che voglia possedere una reale efficacia esimente deve essere costruito sulla base delle peculiarità dell’ente, avendo riguardo alla sua specificità in ognuna delle fasi di implementazione. Pur non potendo definire in assoluto una one-best way per la costruzione dei Modelli, l’interpretazione estensiva della norma unitamente all’analisi della giurisprudenza e delle linee guida di categoria suggeriscono un processo di elaborazione in cui siano seguiti almeno i seguenti step operativi: check-up aziendale, analisi del sistema di controllo interno, identificazione e valutazione dei rischi, elaborazione di protocolli e procedure di controllo, aggiornamento e monitoraggio.

Nel caso in cui la società abbia elaborato un Modello 231 rispettando i requisiti di specificità e dinamicità, adottandolo in maniera efficace, verosimilmente non potrà essere assoggettata alla responsabilità prevista dal Decreto ed alle conseguenti sanzioni.

 

D: In termini di trasparenza, quali vantaggi comporta il percorso di compliance al Decreto 231 per le società e per le associazioni sportive?

R: Senza dubbio, l’adozione del modello di organizzazione, gestione e controllo rappresenta un’opportunità e uno strumento che consente di garantire il miglioramento, da un lato, dell’efficienza delle procedure operative e, dall’altro, della trasparenza verso l’esterno. Diversi sono i vantaggi (diretti ed indiretti) che possono scaturire da un’accurata attività di risk management,propedeutica alla costruzione di un Modello 231: razionalizzazione dei processi e contestuale riduzione dei costi di gestione interni all’azienda; abbattimento del rischio per gli amministratori di essere riconosciuti responsabili in sede civile per i danni patrimoniali subiti dalla società in conseguenza della mancata adozione del Modello; esplicitazione dei valori etici caratterizzanti l’azienda verso gli stakeholders più rilevanti, quali, ad esempio dipendenti, clienti, fornitori, collaboratori; possibilità di poter prendere parte alle gare di appalto indette dalla pubblica amministrazione e di essere iscritti nei relativi albi pubblici; ottenimento di un maggior punteggio ai sensi del c.d “rating di legalità”, di recente introduzione; possibilità concreta di arricchire il valore e la reputazione della propria società non solo sul mercato azionario ma anche più in generale in termini di immagine, con incidenza diretta sulle attività di merchandising; riduzione o eliminazione di inutili sovrapposizioni e burocrazie.

In considerazione dei vantaggi esposti, l’adozione del Modello 231 rappresenta di certo una opportunità da cogliere.

 

 

I modelli organizzativi e di gestione delle società sportive sono il tema guida di questa intervista-report dove sono stati coinvolti Carlo De Luca, Roberto De Luca e Annalisa De Vivo, dottori commercialisti con sede a Salerno. 

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Marcel Vulpis

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