A Red Bull piace il cliff diving. Disciplina in crescita che fa impazzire gli sponsor.
Sponsor chiama sponsor “Gli atleti hanno, a loro volta, qualche partner stampato sul costume” concetto da traslare in tutti gli sport acquatici. In qualche caso già accade nel nuoto, con gli sponsor federali(leggi qui), ma nei tuffi l’esposizione di un marchio a telecamere e fotocamere, prima di finire sott’acqua, sarebbe maggiore. E per attrarre sponsor, così come i media e il pubblico, una medaglia non basta più; servono idee e strategie di marketing. E’ noto che Red Bull (molto attiva nel mondo dei motori – foto allegata) si leghi solo a sport ‘estremi’, ma “Le locations suggestive giocano un ruolo importante nell’attrarre i brand – e spettatori – a Bilbao, c’erano circa 62.000 persone”. Le piscine mobili portano il nuoto nel palazzetto di Barcellona, dentro al Velodrom di Berlino e, a Kazan, in uno stadio di calcio; le piattaforme smontabili del cliff diving conquistano scogliere, castelli, ponti d’acciaio. Con le dovute proporzioni, sarebbe proponibile, ad esempio, agli Assoluti? “Sarebbe bellissimo, ma non so se un tuffatore si adatterebbe come noi: alcuni vogliono una certa temperatura dell’acqua, le luci così e cosà…”. Per Max Mazzucchi, ex Azzurro e talent Swimbiz “Come per la direttiva federale sui coefficienti di difficoltà, un atleta esegue un compito se questo è calato dall’alto”. De Rose fa un esempio diverso “Basta vedere il talent Jump! in versione britannica e italiana. In Italia si ponevano mille attenzioni alla sicurezza dei concorrenti, in Inghilterra li buttavano da altalene montate sulle piattaforme e i Vip accettavano da professionisti: sono pagato per fare qualcosa? E’ giusto che lo faccia, punto e basta”. Del resto “C’è anche nei tuffi chi sa far lavorare bene immagine e guadagni: Tom Daley in patria è una star assoluta”. Mazzucchi conclude “Anche nello sport, conta investire nella ricerca: sfruttare al massimo l’esperienza degli ex atleti, dopo che abbiano acquisito dovute competenze, per far crescere i tuffi tecnicamente e mediaticamente”. Così vicini, eppure così lontani; l’altezza non c’entra. Tuffi e cliff diving (alias tuffi dalle grandi altezze): se un atleta fosse spinto da interessi economici, non avrebbe dubbi sulla scelta “La Red Bull è in grado di mettere in palio premi in denaro interessanti: tra i 10.000 dollari per il primo posto e i 50.000 dollari per un campionato, c’è chi riesce a guadagnare anche 70.000-110.000 dollari l’anno – spiega a Swimbiz il cliff diver Alessandro De Rose – e sei trattato molto bene: giri il mondo in luoghi stupendi, con viaggio, vitto e alloggio spesati”.
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