Alain Delon e quella passione mai sopita per la boxe. Come promoter organizzò nel ’74 il mondiale welter tra Monzon e Napoles
(di Alfredo Mastropasqua) – Nei giorni scorsi è morto Alain Delon, indimenticata star del cinema internazionale. Negli innumerevoli programmi/episodi dedicati alla sua vita ve n’è uno sulle passioni sportive dell’attore francese: i cavalli (arrivò anche a possedere una scuderia) ma soprattutto la boxe. La RAI ha ripercorso diversi momenti collegati a questa avventura anche impreditoriale. Dalla teca della tv di Stato, infatti, è uscita un’intervista degli anni ’70 quando si legò al giornalista Rodolfo Sabbatini, promoter di boxe e manager di Carlos Monzon (sincero amico di Delon) per tutti gli eventi in Europa.
Lo stesso Sabbatini ricorda in questa intervista RAI: “Delon è un perfezionista, segue ogni dettaglio ed è anche un bravo socio in affari…In un evento ha firmato, personalmente, con la sua calligrafia, tutti i biglietti che sarebbero stati venduti, così da personalizzare il tagliando di ingresso destinato al grande pubblico…Avendo sofferto molto nella sua vita, credo che abbia l’ambizione di voler primeggiare e di dimostrare, anche a se stesso, di essere il primo, il migliore in senso assoluto“.
Delon, dal canto suo, racconta al giornalista RAI (in questo documento inedito di RaiStoria HD) il suo rapporto (d’amore) con la boxe: “Non mi affascina il mondo del pugilato, ma lo spettacolo che ne può scaturire. La boxe deve essere questo, spettacolo al cento per cento. Già l’attesa festante e urlante del pubblico che segue l’ingresso dei pugili, o che tifa, con passione, i propri beniamini, fa ricordare le imprese epiche dei gladiatori o dei matador“. Una passione che l’attore francese ha sempre coltivato negli anni anche quando decise di fermarsi nell’organizzazione di importanti riunioni di boxe.
Sotto il profilo storico Delon e Sabbatini organizzarono, nel 1974, una importante riunione di pugilato, che aveva, come match clou, la sfida per il titolo mondiale tra l’argentino Carlos Monzon e il cubano Josè “Mantequilla” (soprannome che gli era stato dato perchè i suoi colpi sembrava che scivolassero sul suo corpo) Napoles. Quest’ultimo si era trasferito durante la sua carriera in Messico a causa di Fidel Castro, che, nel ‘61, aveva vietato la boxe “dei capitalisti”. I due forti pugili (Napoles in carriera è stato campione del mondo dei welter per 6 anni dopo aver superato stelle del calibro di Emile Griffith, Ernie Lopez, Billy Backus o ancora di Horacio Agustin Saldano) si affrontarono, proprio in Francia, a viso aperto senza esclusioni di colpi.
Carlos Monzon e Josè Napoles salirono sul ring (nella sera del 9 febbraio del ‘74), in una spettacolare Puteaux (sobborgo ad appena 14 km da Parigi), che, grazie all’interessamento di Delon, si trasformò, per una notte, nella capitale della boxe mondiale.
Il campione argentino Carlos Monzon superò uno dei il più forti cubani della storia, appunto José Nápoles, unico welter ad aver surclassato Griffith infliggendogli una dura sconfitta ai punti, e lo fece davanti al viso felice di Alain Delon, non nel ruolo di attore, ma di un eclettico promoter di eventi di boxe.
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