Alessandro Cochi: A rischio l’impiantistica sportiva di Roma Capitale
“Una recente decisione presa all’unanimità dalla Commissione Sport di Roma Capitale è passata pressochè sotto silenzio. Si tratta dell’emissione di un parere negativo nei confronti della proposta della Giunta Capitolina di un nuovo Regolamento degli impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale. La bozza di nuovo regolamento era stata diffusa con grande enfasi ad inizio estate dal Sindaco Marino in persona e dall’ex Assessore allo sport, il secondo dei tre assessori che si sono succeduti in meno di due anni e mezzo, e a guardare le cronache sembrava che fosse già operativa. In realtà si trattava di una proposta di Giunta redatta senza alcuna consultazione degli operatori del settore né del territorio, frutto solo del lavoro degli uffici del Campidoglio, senza alcun confronto con chi opera in un settore poco conosciuto ai più. Dopo un ampio dibattito anche con gli addetti ai lavori, si è giunti alla conclusione che il testo non era mirato al miglioramento del servizio ma teneva unicamente conto delle norme e dei codici civili spesso interpretati in modo asettico, poco chiaro e talvolta anche un po’ strumentale. Tale vicenda mi da lo spunto per andare a riguardare ciò che in tema di sport è stato fatto (o sarebbe meglio dire “non è stato fatto”), in questi 28 mesi di Giunta Marino. Purtroppo gli assessori, per scelte personali e politiche, hanno avuto poco tempo per dimostrare le loro capacità, nonostante ognuno avesse un importante bagaglio di esperienze tecnico-politiche amministrative.
Ma qualcosa non ha funzionato ed è davvero triste rilevare che nello sport probabilmente questa giunta è stata capace di fare ancora meno di quanto fatto in tema di ambiente, trasporti, infrastrutture, urbanistica, decoro della città. Di esempi potrei citarne decine ma mi limito ad alcuni abbastanza eclatanti. Gli impianti storici di atletica leggera per i quali da anni si sapeva della necessità di disporne l’affidamento in modo coerente con le regole, ma anche con l’esigenza di una gestione programmata e sostenibile. In tutto questo non si è fatto assolutamente nulla col risultato incredibile di chiudere nuovamente in questi giorni l’impianto di Caracalla, e lasciare a rischio ora quelli dell’Acquacetosa delle Aquile, e della Stella Polare di Ostia. L’impianto pluridisciplinare del Palapisana per il quale si era avviata una collaborazione con la Federazione Pugilato pressochè definita, ma frettolosamente abortita, per avere anche a Roma un centro federale aperto al territorio ed invece si è voluta affidare la scelta del concessionario al Municipio competente per territorio, col risultato di pubblicare un bando, recepire le domande, fare la graduatoria e ritirare il bando per evidenti vizi di forma. E l’impianto giace abbandonato…come del resto lo Stadio Flaminio, dove era stato promesso un bando a lungo atteso e mai pubblicato, Campo Testaccio ancora non tornato al Dipartimento Sport dopo la scellerata idea (risalente a metà degli anni 2000) di farci un Pup, e altri impianti medi e grandi che rischiano di finire in malora per mancanza di risposte della politica e dell’ amministrazione. Come lo stesso Palazzetto dello Sport di viale Tiziano, il polo natatorio di Valco San Paolo, la piscina di Via Taverna e diversi altri. Dopo un lungo lavoro istruttorio, nella passata consiliatura, si era giunti a individuare aree verdi incolte e abbandonate, adatte a ospitare nuovi impianti sportivi la cui realizzazione e gestione sarebbe stata a totale carico di privati individuati con bando pubblico. Pensiamo alla casa del football americano, in zona Centro Giano, dove avrebbero potuto giocare più squadre di questa disciplina. In questo caso si è passati da un immobilismo protrattosi per mesi e mesi alle revoche di affidamenti spesso pretestuose. Ed ora si rischiano ricorsi uno dietro l’altro. E cosa dire del Piano Regolatore dell’Impiantistica Sportiva realizzato a suo tempo, con tanto di censimento e mappatura degli impianti, nonché di una banca dati completa (di impianti pubblici e privati) disponibile on line che è ora inspiegabilmente scomparsa? Il PRISP doveva rappresentare un punto di riferimento per le scelte future in tema di impiantistica sportiva ma non si può non constatare che d’altronde, non compiendo alcuna scelta, non c’era bisogno di un punto di riferimento. Infine e’ stato del tutto smontato un Dipartimento Sport precedentemente creato non senza fatica per realizzare una sotto-direzione amministrativa nell’ambito del Dipartimento Scuola, aggiungendo però la cronica carenza di organico e professionalità. Al Commissario Tronca, al sub commissario per lo sport Livio Panini d’Alba, chiediamo ora soluzioni rapide dei vari problemi, che spero condividano con noi, che ci occupiamo da anni del settore, poco importa se in maggioranza ed opposizione. Molto meglio se insieme con il Presidente del Coni Giovanni Malagò, con il neo direttore generale Roma 2024 Diana Bianchedi, e il presidente del Coni regionale Riccardo Viola che sappiamo aver scritto anche di recente su alcune di queste tematiche, (vista anche e soprattutto la recente candidatura olimpica e paralimpica per il 2024), che riguardano centinaia di migliaia di persone, giovani, anziani, diversamente abili, che praticano sport a vari livelli nella nostra città.” – Lo dichiara Alessandro Cochi, già consigliere di Roma Capitale nell’area di centro-destra ed ex delegato allo Sport nella Giunta Alemanno.
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