ALLARME PREMIER LEAGUE: FUGA DI TALENTI ALL’ESTERO
(di Dario Leo) – I club inglesi della English Premier League (EPL), questa volta, si sono fatti sentire sul serio. Hanno unito le loro voci e mandato un messaggio forte e chiaro alla FIFA per rivedere la normativa che regolamenta i trasferimenti, nello specifico la “sezione” riservata ai contratti di giovani calciatori. Ad oggi la normativa prevede un regolamento unificato a livello europeo che impedisce alle società di proporre a calciatori minorenni contratti che superino i tre anni di durata e contestualmente vieta agli stessi club di legare questi “soggetti” con contratti professionistici prima che abbiano compiuto il 17° anno di età.
Questa situazione normativa sta contribuendo a creare negli ultimi anni un inusuale flusso di giovani calciatori molto promettenti in uscita dalla Premier League verso altri club continentali, in controtendenza rispetto alla tradizionale visione del campionato inglese come massimo punto d’approdo per un football player.
Grandi e medi club europei sfruttano questi vincoli a livello contrattuale, a causa dei quali, una volta compiuto il diciottesimo anno di età, molti calciatori si trovano con contratti in scadenza dopo soli due anni, e se hanno compiuto i 17 anni a stagione già iniziata, e quindi firmato il contratto professionistico, anche meno, rendendoli molto recettivi alle offerte di squadre estere.
Il caso che ha fatto scoperchiare la questione è la querelle tra Hudson-Odoi ed il Chelsea FC. Nato nel novembre del 2000, la giovane promessa britannica ha un contratto che, in ottemperanza alle normative FIFA, è in scadenza alla fine del prossimo giugno. Già a gennaio si è fatto avanti il Bayern Monaco con un’offerta di 35 milioni (per portarlo in Germania) rispedita al mittente. Il club di Roman Abramovic però, ad oggi, non è riuscito a convincere il calciatore a prolungare il suo rapporto con i Blues, probabilmente non essendo riuscito a pareggiare offerte provenienti dall’estero, e c’è il rischio concreto di perdere il calciatore in estate a parametro zero.
L’ obiettivo dei club della Premier è una normativa che permetta di stringere i vincoli sui calciatori under 18, specie se inglesi, per evitare la dispersione del proprio patrimonio calcistico all’estero. Si vogliono evitare casi eclatanti, come quello di Pogba, che si trasferì dal Manchester United alla Juventus a parametro zero nell’estate del 2012, e il più fresco caso di Jadon Sancho, talento cristallino classe 2000, che il Borussia Dortmund ha prelevato dal Manchester City per la cifra irrisoria di meno di 8 milioni di sterline.
Le soluzioni prospettate dai club si muovono in due direzioni: da una parte riconoscere ai club il diritto di poter proporre contratti più lunghi a partire dal primo contratto professionistico, quindi al compimento del diciassettesimo anno di età, dall’altra, in caso di perdita dei calciatori, rivedere verso l’altro l’entità dei premi di formazione. Sembra che la FIFA si stia muovendo nella seconda direzione, nell’ambito dello studio di una più ampia riforma generale delle normative sui trasferimenti, mentre pare molto difficile aumenti la flessibilità sulla questione contrattuale.
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