All’Orogel Stadium torna “Per un calcio integrato”
Il progetto premiato lo scorso giugno dalla Uefa come “Miglior iniziativa su calcio e disabilità” è giunto alla terza stagione
L’Orogel Stadium Dino Manuzzi è tornato ad ospitare gli allenamenti di “Per un calcio integrato”, il progetto realizzato dal Cesena FC insieme ad AIAC (Associazione Italiana Allenatori di Calcio) Onlus. Neppure la pandemia ha infatti fermato l’iniziativa giunta alla terza stagione pur condizionandone la formula e impedendo quegli allenamenti congiunti tra ragazzi con disabilità e coetanei normodotati del settore giovanile bianconero che ne rappresentano l’elemento distintivo. Ma l’allentamento delle misure restrittive anti Covid ha permesso di tornare alla filosofia che è alla base del progetto: contribuire, attraverso l’attività motoria, al benessere della persona ed allo sviluppo di alcuni valori fondamentali nella formazione caratteriale, sociale e relazionale.
L’iniziativa, ancora una volta patrocinata dal Comune di Cesena e sostenuta dalla Fondazione Fruttadoro Orogel, lo scorso giugno è stata insignita dei Grassroots Awards, i riconoscimenti istituiti dalla Uefa e destinati ai club che operano nel calcio di base, aggiudicandosi il premio speciale nella categoria “Miglior iniziativa su calcio e disabilità”, “per aver promosso un particolare progetto sul tema dell’inclusione dei giovani con disabilità intellettive attraverso il calcio, riuscendo così a combinare sport ed inclusione sociale”.
Come nelle edizioni passate il progetto si avvale, oltre che degli allenatori del settore giovanile del Cesena FC, anche di esperti di dinamiche socio-relazionale e degli istruttori qualificati FIGC messi a disposizione da AIAC Onlus, tra i quali il cesenate Massimo Buratti che dell’associazione è consigliere nazionale: “Se un bambino – ha dichiarato – gioca spontaneamente con ragazzi che purtroppo non hanno avuto la sua stessa fortuna, se ne rende conto di persona ed è il primo a mettersi a disposizione per aiutarlo nel processo formativo. Senza forzature, nascono così rapporti veri. L’obiettivo diventa quindi duplice per tutti i ragazzi coinvolti: integrazione e crescita morale”.
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