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Andrea Duodo nuovo presidente Federugby (FIR) con il 55,9% dei voti. Succede a Marzio Innnocenti (41,6%)

E’ ufficiale. Andrea Duodo (nella foto in primo piano) è il nuovo presidente della Federazione Italiana Rugby: il professionista veneto (nato a Mirano in provincia di Venezia – classe 1971) stato eletto con il 55.92% dei voti (24.374 voti) nel corso dell’Assemblea nazionale generale ordinaria elettiva e straordinaria attualmente in programma a Bologna. Risiede attualmente a Treviso dove ha iniziato a giocare nelle giovanili della Benetton TV (arrivando fino all’esordio in Serie A1 nei primi anni ’90).

Duodo succede a Marzio Innocenti (41.69%: 18.149 voti). Il terzo candidato Massimo Giovanelli ha ottenuto l’1.70% (738 voti).

Il nuovo presidente ha ricoperto anche l’incarico di manager delle Nazionali (U20, U25, Emergenti, ecc.) ed è stato revisore contabile della FIR, di cui 2 volte presidente del Collegio, durante le presidenze Dondi, Gavazzi e Innocenti (l’attuale presidente uscente). È attualmente consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Treviso.

Duodo, che, nelle prime dichiarazioni post voto, si è presentato non come “capitano” dell’intero movimento, ma come semplice “referente” per tutte le componenti della FIR, era stato dipinto, nei giorni scorsi, in una lunga intervista sul portale Linkiesta, come “cinquantenne di bell’aspetto” e dalle “ottime frequentazioni“. Nel focus è stato sottolineato come la Federugby abbia, purtroppo, un “rosso” di 9 milioni (nell’ultimo bilancio) e di 8 milioni nel bilancio preventivo di quest’anno. Logico attendersi, da parte del neo presidente, commercialista e revisore di elevata professionalità, un primo importante intervento proprio su questo topic per dare continuità alle attività sportive ed extra sportive della Federazione.

Sempre di recente Duodo aveva dichiarato: “Il vero punto però è la sostenibilità, i conti degli ultimi tre anni sono molto preoccupanti e peggiorano di continuo, a fronte di una dispersione di cinquemila praticanti dal 2019 a oggi e a un calo delle società attive, ovvero quelle che hanno un numero sufficiente di atlete e atleti per fare attività. Sono più di cento. La responsabilità di chi governa una Federazione è quella di permettere a tutti di poter giocare a rugby, tra tre anni così come tra cinque. Ecco, alla luce di questi numeri la continuità aziendale, se così vogliamo chiamarla, non è garantita. Né quella economica, né quella sportiva.” 

Fa riflettere come LaRepubblica nelle settimane precedenti avesse data per scontata la rielezione di Innocenti. Analisi evidentemente quanto mai sbagliata. 

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Redazione

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