Attacco al cuore della Libertà
(di Marcel Vulpis) – Sono italiano, ma il mio nome, come potrete immaginare, tradisce lontane e orgogliose origini francesi. Questa mattina mi sono svegliato con un groppo in gola. Per le vittime e i loro familiari e per quei feriti (tanti, troppi), che, oggi, stanno lottando o soffrendo in un letto di ospedale. Perché è chiaro che non siamo più sicuri dopo il multi-attacco terroristico a Parigi di ieri sera. Questa è la prima considerazione.
Adesso questi “animali” (perché non saprei come chiamarli in altro modo) sono tra noi e possono colpirci quando vogliono. Quando una persona come me, come voi, come noi, non ha più libertà di arbitrio nella scelta di come condurre la propria vita (per se stesso e per i propri cari) allora la democrazia rischia di cadere. Questa è la prima conseguenza. Già quando un governo (come quello francese) decide di chiudere le frontiere per difendersi, già lì questi “animali” hanno raggiunto il loro primo obiettivo: farci vivere come “bestie in gabbia”. E la vita è fatta di libertà (di fare o non fare), di vivere senza condizionamenti, allo stato puro. E per questa libertà, prima o poi, saremo costretti a lottare, magari con le nostre idee, con il nostro cuore. Spero soltanto che non si debba mai lottare per difenderla con le armi in mano. Prego e spero che ciò non avvenga mai in Italia. Ma a questi soggetti possiamo solo rispondere con la nostra passione (anche viscerale) per la libertà, uno dei principi fondatori della democrazia, a partire da quella della Repubblica francese (nella foto la facciata dell’Ambasciata di Francia a Piazza Farnese, nel cuore di Roma).
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