Serie A - Serie B

Attualita’ – Il sogno britannico di Cellino, patron del Cagliari calcio

Contestano facile a Bologna e a Palermo, e in certe occasioni bastano piccoli screzi per far scoppiare una rivoluzione. Tutt’al­tra storia nella parte bassa della Sardegna, dove comunque i problemi non mancano e le note dolenti si accavallano. Come la te­lenovela- stadio, mille incomprensioni fra la dirigenza e le istituzioni e una disputa che ha portato in carcere prima e agli ar­resti domiciliari poi il presidente Massimo Cellino. Ora il presidente più longevo nel­la storia del club sardo, 22  anni alla guida, prepara il colpo di teatro per il 14 febbraio (a un anno dal suo arresto): l’annuncio cioè dell’acquisto del Leeds, club inglese di Championship adocchiato dopo aver fallito, nei mesi scorsi, la scalata al West Ham.
Secondo alcune fonti, Cellino sarebbe al punto di chiudere l’accordo con la Gulf Finance House Capital, banca d’affa­ri del Bahrain che detiene e ha messo in vendita il 75 per cento del pacchetto a­zionario del club inglese.
Un’operazione che Cellino vorrebbe concludere sulla base di un investimento che supera di poco i 50 mi­lioni di euro, dei quali solo una parte con un esborso ca­sh e il resto con fondi aziona­ri. Dall’Inghilterra però non so­lo si sostiene che a Cellino ver­rebbero preferiti altri acquirenti ma che il presidente del Cagliari non a­vrebbe alcuna possibilità di diventare il proprietario del Leeds visto che in Gran Bretagna, dal 2004, vige una legge per cui chi ha subito condanne penali (ed è il ca­so di Cellino) non può acquistare una so­cietà di calcio. Dubbi su dubbi, mentre a Cagliari i tifosi sono perplessi e molto più preoccupati per le vicende che riguardano il club sardo do­po che Cellino ha venduto il giocatore più rappresentativo, Radja Nainggolan, e per giunta proprio all’“odiata” Roma, la società che lo scorso anno chiese e ottenne il suc­cesso a tavolino, 3 -0, quando la vicenda Is Arenas era agli albori. Ma al Cagliari man­cano soprattutto i risultati: 21 punti sem­brano davvero pochi stavolta per la cor­sa salvezza, e le certezze traballano. Il tut­to senza calcolare le interminabili voci di mercato: Ibarbo e Astori saranno vendu­ti al primo vero offerente come è accadu­to per Ariaudo, uno che forse avrebbe fat­to ancora comodo e che invece è andato a rafforzare il Sassuolo, proprio una con­corrente diretta per evitare la Serie B?
Succede di tutto, in negativo, mentre si rin­corrono le voci della possibile cessione del sodalizio agli sceicchi della Qatar Sport In­vestments, ipotesi che lascia quasi impas­sibile la tifoseria. Anzi, c’è chi spera che Massimo Cellino non venda per evitare la colonizzazione dell’isola. Eppure la cor­data che offrirebbe 70 milioni di euro per prelevare il Cagliari calcio pare ricca sfon­data, basta dare un’occhiata al Paris Saint Germain, dominatore in Francia e rispet­tato in Champions. Si sa che chi è inten­zionato a comperare il Cagliari ha legami di parentela con il gotha dirigenziale che ha portato sotto la Tour Eiffel Ibrahimovic e Lavezzi, Verratti e Cavani. E che stareb­be per sfogliare la margherita decidendo se prendere Messi o Pogba.
Lui, il cinquantottenne presidente che a­ma Miami e il rock smentisce la notizia proprio mentre domenica Balotelli e Paz­zini affossavano in bruciante rimonta la squadra di Lopez nel finale di Cagliari-Milan. Ma la sua pare l’opinione di chi vuo­le trasferirsi in Inghilterra solo dopo aver lasciato la Sardegna coi fuochi d’artificio per farsi poi rimpiangere. Ciononostante sono molti a credere che la cordata del Qa­tar, intenzionata a realizzare grossi inve­stimenti nell’isola felice, sia a un passo dal­l’acquisto del club che fu di Riva e che co­munque riuscirebbe a mantenere un ruo­lo nel nuovo consiglio di amministrazio­ne anche al presunto presidente uscente. L’idea di un passaggio del testimone da queste parti era già trapelata poche setti­mane fa, seppur con personaggi diversi. Si vociferava addirittura l’interesse della cop­pia Moratti-Tronchetti Provera, così da re­plicare le storie sarde di quasi cin­quant’anni fa legate a papà Angelo (Mo­ratti) e alla Saras, quando la famiglia inte­rista aiutò economicamente la presiden­za cagliaritana, gestita all’epoca da Andrea Arrica, affiancando interessi aziendali a canovacci del calcio.
Dubbi, incertezze e perplessità si interse­cano e resta a bocca aperta solo chi vede per la prima volta lo scempio del Sant’E­lia grazie alla rapida sequenza proposta da ‘Striscia la notizia’, pronta a mostrare gli spalti di uno stadio quasi fossero immagi­ni d’una fabbrica abbandonata. Per ora il convento passa questo, prendere o lascia­re, mentre c’è chi se ne infischia della pos­sibile colonizzazione e spera che gli arabi arrivino con i loro petrodollari. Il prima possibile. 

(di Massimiliano Morelli/Avvenire) – Cagliari non è come le altre piazze, prendi Roma e Mi­lano, dove le contestazioni si sprecano. Claudio Lotito, che sta per festeggiare dieci anni di presidenza, pur con due coppe Italia e una Su­percoppa conquistate resta il meno ama­to dei presidenti laziali benché abbia evi­tato il fallimento; e sull’altra sponda del Tevere, nonostante l’exploit-Garcia, c’è sempre una frangia della tifoseria che a­spetta al varco la dirigenza yankee, basta scartabellare i social network per render­sene conto. Poi c’è Milano, con le contestazioni nei confronti di Thohir e i mugugni milanisti dall’altra parte che riempiono i palinsesti tv, nello stesso momento in cui a Napoli, con la squadra un anno fa seconda e a­desso terza, si leggono sugli spalti, come è accaduto domenica, striscioni anti-De Laurentiis.

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