Banca Imi “spaventa” i tifosi: “La Juventus ha bisogno di una plusvalenza importante ogni anno”
(di Andrea Ranaldo) – Per restare nella top 10 della Football Money League, ossia la classifica dei ricavi stilata da Deloitte, la Juventus FC deve, ogni anno, vendere un campione per mettere a bilancio una plusvalenza importante. A lanciare l’allarme è la Banca Imi, la banca d’investimento del gruppo Intesa Sanpaolo, che ha analizzato il bilancio semestrale pubblicato, nei giorni scorsi, dalla società bianconera.
L’ultimo report di Deloitte, datato gennaio 2018, vede il Manchester United dominare la classifica con 676.3 milioni di euro di ricavi, seguito da Real Madrid (674.6 milioni di €) e Barcellona (648.3 milioni di €). La Juventus, decima, si attesta su 405.7 milioni di euro.
Proprio la società bianconera, dal 2010 ad oggi – vale a dire da quando Giuseppe Marotta è diventato Direttore Generale e Amministratore Delegato – ha registrato un incremento annuale dei ricavi del 17,8%: una crescita, però, dettata soprattutto dalle numerose cessioni eccellenti, che, in questi anni, hanno prodotto risultati economici rilevanti, come, ad esempio, Arturo Vidal – ceduto nel 2015 al Bayern Monaco per 40 milioni, con una plusvalenza di 33 milioni -, Leonardo Bonucci – trasferitosi al Milan la scorsa estate per 42 milioni, con un effetto positivo di 39,5 mln -, e soprattutto Paul Pogba, il cui ritorno al Manchester United nell’estate del 2016 ha portato nelle casse bianconere un surplus di 96,5 milioni di euro.
Secondo il report di Banca Imi, per restare nella top 10 la Juve sarà costretta a mantenere questo trend sul mercato anche negli anni a venire: perché se è vero che il brand Juventus è cresciuto, e di molto, anche a livello commerciale, fatica a tenere il ritmo forsennato delle altre grandi d’Europa, capaci di strappare contratti di sponsorizzazione nettamente più remunerativi.
Prendiamo, ad esempio, il caso dello sponsor tecnico: la Juventus ha un accordo con Adidas da 23 milioni a stagione, cifra che impallidisce di fronte al contratto siglato con la stessa Adidas dal Manchester United, pari a 94 milioni, e alla proposta monstre da 150 milioni di euro che il colosso tedesco sembra voler proporre al Real Madrid per rinnovare l’accordo fino al 2031.
Discorso analogo per il main sponsor sulla maglia: il contratto che lega Jeep alla Juve frutta 21 milioni di euro a stagione, introito che stride se paragonato ai 70 milioni a stagione garantiti da Fly Emirates al Real Madrid, o ai 63 milioni incassati dal Manchester United da parte di Chrysler.
Ultimo, ma non ultimo, è il tema legato ai diritti TV: il nuovo decreto firmato dal Ministro dello Sport Luca Lotti alza dal 40% al 50% la base fissa, equamente distribuita a tutti i club, e riduce il rapporto tra quanto incassa la prima e quanto prende l’ultima, che passerà dall’attuale 4:1 a un più equo 3:1. Una misura già intrapresa, con successo, anche da altre leghe europee, come ad esempio LA LIGA spagnola; peccato che in terra iberica siano stati talmente bravi dal garantire anche a Real Madrid e Barcellona gli introiti pre-riforma, portando, dunque, benefici a tutte le squadre. In Italia, invece, la Juventus rischia di passare dagli attuali 110 milioni a 90 milioni: un disavanzo che rischia di rendere ancora meno competitive le nostre squadre in Europa, il tutto senza avere, ovviamente, la minima garanzia che “le piccole” investano il surplus incassato per rinforzare la propria squadra sul mercato. Il pericolo è un ulteriore impoverimento del nostro calcio, che a cascata si ripercuoterebbe anche sull’appeal – già al minimo storico – della Serie A nei mercati audiovisivi esteri.
CHI PUÒ PARTIRE
Il calciatore più appetito in assoluto è sicuramente Paulo Dybala: l’argentino gode di grande considerazione a livello internazionale, e il suo valore di mercato si aggira intorno ai 150 milioni di euro. La Juve, tuttavia, ha dato dimostrazione di voler continuare a puntare su di lui anche come uomo immagine, come testimonia l’assegnazione della maglia numero 10. Diverso, invece, il discorso per Alex Sandro: il brasiliano già la scorsa estate sembrava tentato dalle sirene inglesi, e con un rinnovo di contratto che tarda ad arrivare, sembra l’indiziato numero 1 ad abbandonare i bianconeri, qualora si rivelasse necessario un sacrificio.
La certezza palesata da banca Imi, però, si scontra con le ultime mosse di mercato adottate da Marotta: durante la finestra di riparazione di gennaio, la Juventus ha incassato 18,2 milioni di euro di plusvalenze cedendo, con la formula della recompra, alcuni giovani prospetti come Pol Lirola, al Sassuolo, e Federico Mattiello, alla Spal. Considerando la lunga lista di ragazzi controllati dalla Juventus, appare verosimile che una simile strategia possa ripetersi anche in estate, con buona pace dei tifosi che non sarebbero, così, costretti, a piangere l’ennesima partenza eccellente.
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Buongiorno, l’analisi e interessante e giusta, quando poi sara completato a fine estate il complesso jvillage, il patrimonio immobiliare avrà ripercussione nel bilancio nei vari anni a venire dopo che la spesa sarà ammortizzata per dare utili in più, ma in Italia l’immobilismo e l’inedeguatezza delle altre società che dopo che la Juventus era”scesa (o mandata) in serie B” con una rosa ridotta ai minimi termini, non hanno approfittato della situazione, è giusto quindi dire che la Juventus debba vendere un top all’anno, ma Milan e Inter in primis che si dovranno inventare anticipare diritti tv e biglietteria fino al 2030 per cercare di galleggiare.