BARI2020 – L’assessore Sannicandro parla del progetto a LA GAZZETTA DEL Mezzogiorno
Bari olimpica nel 2020? Meno folle del pensabile |
BARI – Da ieri si è aggiunta anche la candidatura congiunta di Hiroshima e Nagasaki per le Olimpiadi del 2020. Le due città martiri dell’olocausto nucleare cercheranno di riportare i giochi nell’impero del Sol Levante, 56 anni dopo Tokio ‘64. Assessore, è sembrata una bella uscita, piuttosto forte… Insomma, siamo alle solite. Quando si tratta di mettere mano ai soldi veri, il Sud è sempre tagliato fuori. «Persino dalle ipotesi. Sembra scontato che alla candidatura della capitale se ne opponga una “leghista” ma nessuno si preoccupa di esaminare la situazione anche da un punto di vista tecnico, ad esempio». In che senso? «Nel senso che il Veneto, Venezia e le città collegate, sono assolutamente inadatte ad esempio dal punto di vista dei collegamenti, che il Cio reputa fondamentali e a Roma ogni evento, vedi gli ultimi Mondiali di nuoto, si traforma in uno spreco inaudito, nell’occasione di bypassare regole, leggi ed umana intelligenza nel nome dell’evento». Spieghiamo meglio. Se capiamo bene, lei contesta l’approccio “politico” piuttosto che tecnico. «Io sono un modesto professionista del sud, faccio parte da anni dell’Unione internazionale degli ingegneri ed architetti settore sport, cerco di documentarmi anche come amministratore e mi sembra di poter dire – e giuro non lo faccio a fini elettorali – che la Puglia sia all’avanguardia in Italia per quanto riguarda leggi aggiornate per ambiente ed ecosostenibilità, energie alternative. E’ in quel territorio che dobbiamo muoverci, sfruttando ad esempio il fatto di non avere una regione esageratamente sovraffollata, dove esiste la possibilità di garantire collegamenti persino via mare. L’area metropolitana di Bari garantisce spazi e possibilità di sviluppo straordinari, è pianeggiante, non presenta particolari problemi di impatto ambientale e paesaggistico, ha una campagna che connette le città estremamente gradevole. Particolari centrali quando si mette piano ad una simile strategia». La candidatura allora come provocazione intellettuale, un momento di riflessione importante sul futuro del Sud. «Certo. Senza almeno l’ipotesi di una candidatura meridionale corriamo il rischio di pagare per sempre un complesso di inferiorità che non può esistere. Una candidatura italiana deve esprimere il sistema paese nel suo complesso ma dobbiamo ragionarne insieme, anche noi siamo il paese. Possiamo almeno dire la nostra?» Ma un’idea di base almeno se la sarà fatta… «Distribuendo in maniera oculata alcune discipline (a Pechino il canottaggio era a duemila chilometri…), sfruttando al meglio le possibilità che ci offre ad esempio la Fiera del Levante, con i suoi padiglioni che possono essere temporaneamente riciclati in impianti, con le navi da crociera che possono essere ospitate in porto per garantire cinque-seimila posti letto, dio volesse con un sistema ferroviario che collegherebbe Bari a Lecce e Foggia in 40 minuti e poi ci cambierebbe la vita (andremmo a Roma in due ore e mezza di treno, centro-centro), sfruttando la nostra linea di costa. E poi, quale migliore occasione per il governo nazionale per dimostrare finalmente attenzione per il Sud? Almeno, che se ne parli». fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |
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