BASKET NCAA: INDIANAPOLIS SI CANDIDA AD OSPITARE L’INTERA “MARCH MADNESS” 2021
(di Marco Casalone) – La National Collegiate Athletic Association (NCAA, l’organizzazione che gestisce eventi ed atleti delle università statunitensi) è in trattativa con la città di Indianapolis per l’organizzazione della “March Madness“, la fase finale del torneo di pallacanestro universitario che si svolge ogni anno durante tre weekend a cavallo fra marzo e aprile.
La post season, alla quale partecipano ben 68 franchigie, viene tradizionalmente organizzata nelle arene di tredici diverse città, nelle quali hanno luogo i primi turni ad eliminazione diretta, mentre le semifinali e la finale vengono disputate in un’unica sede: proprio la capitale dell’Indiana avrebbe dovuto ospitare la Final Four 2021 (dal 3 al 5 aprile prossimi), ma le difficoltà organizzative legate alla pandemia da Covid-19 ed il rischio di esporre i giocatori a possibili contagi nel corso degli spostamenti tra i vari match hanno convinto i vertici della NCAA a concentrare l’intero evento in una singola location.
Verrà dunque riproposto a livello universitario quanto già attuato sia dalla NBA che dalla WNBA (le leghe professionistiche di basket americane maschili e femminili), che hanno potuto regolarmente concludere le rispettive stagioni concentrando tutte le squadre partecipanti in due distinte “bolle” in Florida (organizzate a Orlando per gli uomini e a Bradenton per le ladies) per l’intera durata del torneo, evitando qualsiasi contatto con l’esterno e garantendo in questo modo la sicurezza di atleti e e membri dello staff.
L’NCAA e la città di Indianapolis sono attualmente alla ricerca dei potenziali siti in cui disputare le 67 partite della March Madness: oltre al già ufficializzato Lucas Oil Stadium, arena da 70mila spettatori (solitamente casa della compagine NFL degli Indianapolis Colts) e teatro dei match finali, appare probabile l’utilizzo del Bankers Life Fieldhouse (struttura da 20.000 posti che ospita le gare casalinghe della franchigia NBA degli Indiana Pacers) e di due palazzetti dello sport principalmente utilizzati da diverse squadre universitarie cittadine, l’Hinkle Fieldhouse e l’Indiana Farmers Coliseum.
“Abbiamo imparato moltissimo dal monitoraggio di altri grandi eventi sportivi di successo e ci è apparsa chiara l’impossibilità di gestire ed organizzare, in un momento reso complicato e rischioso dal Covid-19, un torneo così articolato in tanti stati diversi; la delusione delle tredici comunità che non potranno ospitare la prossima March Madness è comprensibile, ma non ci sono alternative” ha dichiarato in un comunicato stampa il Senior Vice President of NCAA Basketball Dan Gavitt.
Appare dunque certo il ritorno di uno dei tornei di basket più seguiti al mondo dopo la cancellazione dell’edizione 2020, la prima in oltre ottant’anni di storia della competizione, causata dall’emergenza Coronavirus e che ha provocato un calo di 375 milioni di dollari dei ricavi stagionali della NCAA, dovuti principalmente ai mancati introiti provenienti dagli sponsor, dai diritti televisivi e dalla vendita dei biglietti per assistere ai match.
Appare dunque certo il ritorno di uno dei tornei di basket più seguiti al mondo dopo la cancellazione dell’edizione 2020, la prima in oltre ottant’anni di storia della competizione, causata dall’emergenza Coronavirus e che ha provocato un calo di 375 milioni di dollari dei ricavi stagionali della NCAA, dovuti principalmente ai mancati introiti provenienti dagli sponsor, dai diritti televisivi e dalla vendita dei biglietti per assistere ai match.
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