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Bormio 2005: ma Torino2006 dov’era?

Si chiudono domani i Mondiali di sci alpino di Bormio 2005. Un evento nato male e continuato sulla stessa falsariga (dal caro biglietti alla vergogna del gigante maschile annullato). ma l’ultima perla, questa volta, chiama in causa il Toroc.

Abbiamo visto in televisione, ieri sera, la bellissima rappresentazione scenografica approntata a Torino per festeggiare i 365 giorni dall’evento. Alla presenza delle massime autorità (politiche, sportive, ecc.) e del presidente del Cio Jacques Rogge.

Nulla da eccepire, tutto bello, forse anche troppo per un comitato che lamenta, ogni giorno, ristrettezze di budget e che ha dovuto far intervenire il Governo per cercare di non creare un nuovo flop sportivo/organizzativo.

E sì perchè nel Bel Paese, così come  gli stranieri amano chiamare l’Italia, prima si fanno proclami trionfalistici e poi si piange miseria dopo aver fatto danni di tutti i tipi.

Ma torniamo a Bormio 2005. Anche un giovane assistente alle prime armi dell’ufficio marketing e comunicazione del Toroc avrebbe intuito che poteva essere importante pubblicizzare l’immagine di Torino 2006 durante un mondiale italiano di sci alpino ad appena un anno dall’evento.

E allora che si fa?. Ma naturalmente l’esatto contrario. Si mandano persone pagate dall’organizzazione piemontese a intrattenere rapporti di pubbliche relazioni in Valtellina (cioè con gli stessi addetti ai lavori che fanno parte da sempre del sistema sci) e non si mette uno straccio di logo del Toroc sulle piste per farlo riprendere dalle televisioni di mezzo Mondo.

E’ possibile che due comitati (quello di Bormio e quello del Toroc) non sono riusciti a farsi reciproca pubblicità a costo zero. O forse qualcuno ha chiesto cifre folli ai piemontesi e questi correttamente non hanno voluto pagare l’obolo ai bormini?. Siamo sicuri che quest’ultima è l’ipotesi non corretta, comunque qualcosa a Bormio è successo e parlando con il personale del Toroc si evince un certo imbarazzo. Alla fine ci è stato risposto che esistono al momento delle ristrettezze finanziarie, ma anche questo non torna, perchè a Torino per la festa dei 365 giorni ne sono stati spesi di soldi…eccome.

Delle due l’una: o questi striscioni dei Mondiali valtellinesi costavano a peso d’oro e allora il Toroc è incolpevole, oppure chi lavora nell’area comunicazione ed immagine dei Giochi piemontesi dovrebbe farsi un bell’esame di coscienza. Perchè tra un anno ci sono le Olimpiadi e come più volte ha sottolineato Rogge nessuno in Italia se ne è ancora accorto (fatti salvi i piemontesi).

Ci piacerebbe sapere dal Comitato organizzatore di Bormio 2005 o da quello di Torino 2006 come sono andate le cose, perchè siamo sicuri che se gli svizzeri o gli austriaci, da noi chiamati recentemente mafiosi, avessero avuto un’opportunità di questo tipo non l’avrebbero giocata così male – riproduzione riservata

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Marcel Vulpis

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