Braccio di ferro della Catalogna con Madrid. Cosa rischia il Barcellona coinvolto indirettamente in questa crisi politica
I catalani hanno deciso. E’ rottura definitiva con Madrid, dopo che il 90% ha votato il sìall’indipendenza nel referendum definito illegale dal governo spagnolo, che ha visto la partecipazione del 42% degli aventi diritto. ‘Ma sarebbero stati il 55%, senza le repressioni che ci sono state’, dice il governo catalano. Che fa sapere che ora la parola passa al Parlamento regionale, chiamato a decidere sulla dichiarazione unilaterale di indipendenza. Barcellona difende inoltre i ‘Mossos d’ esquadra’ accusati di disubbidienza al governo spagnolo non impedendo l’apertura dei seggi.
All’indomani del referendum che ha sancito la volontà dei catalani di andare avanti nel progetto indipendentista dalla Spagna, Madrid prepara nuove contromisure, e il premier Rajoy vede i leader dei partiti che appoggiano il suo esecutivo, mentre la borsa iberica soffre le conseguenze del voto ed è sotto pressione anche lo spread. E mentre migliaia scendono in piazza in tutta la regione ‘ribelle’ per protestare contro la repressione arrivata ieri dalla polizia spagnola contro i seggi (il nuovo bilancio parla di 893 feriti, due dei quali gravi), dalla Ue arriva alle parti l’appello a muoversi dal conflitto al dialogo, pur sottolineando che si è di fronte ad una questione interna alla Spagna, che va risolta in linea con la Costituzione spagnola e con i diritti umani.
La situazione che sta vivendo la Catalogna rischia di impattare negativamente sul presente/futuro del Barça, sul podio (dietro al ManUtd/689 milioni di euro nel 2016) della classifica Deloitte Football Money league (2017). Gli azulgrana sono un’industria da 620.2 milioni di euro (superano di appena 100 mila euro il Real Madrid: 620.1 mln). Molti analisti si chiedono cosa possa succedere, in caso di “ratifica” dell’indipendenza della Catalogna dalla Spagna.
In linea di principio il Barça, che si è schierato nelle ultime settimane (con Gerard Piqué considerato il portavoce sportivo del movimento) a favore dell’indipendenza, dovrebbe partecipare ad un campionato “regionale”, ma questo determinerebbe una serie di gravi ripercussioni (sotto il profilo economico), visto che il Barcellona uscirebbe di fatto da La Liga, compromettendo i contratti in essere nell’area dei diritti tv (scatterebbero una serie di sanzioni e di rivalse economiche da parte dei principali broadcaster detentori dei tv rights della Liga Santander). Il Barça fuori da un campionato nazionale, riconosciuto a livello europeo, sarebbe esclusa automaticamente anche dalla Champions e questo comporterebbe un contraccolpo fortissimo nei ricavi. E anche molti dei calciatori di livello non sarebbero più interessati a giocare in una squadra, che è un brand mondiale, ma inserita in un contesto regionale. L’unica possibilità è che la squadra catalana possa essere “accettata” con una sorta di wild card all’interno del campionato nazionale, con effetti negativi di vario tipo: i più ortodossi tra i catalani non apprezzerebbero e comunque El Clasico diventerebbe più un evento di rivendicazione politica (tra tifosi e non solo) che un match di profilo internazionale.
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