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Brasile2014 – L’Arena Corinthians, un’opera incompiuta

A farla virare al drammatico sono le morti bianche che hanno accompagnato la costruzione degli stadi brasiliani: come se non bastasse il dissanguamento economico a cui il paese si sta sottoponendo, la realizzazione di opere che dovevano essere simbolo della gioia ritrovata di un paese stanno diventando invece un monumento mortuario costruito su lacrime e sangue. Già tre persone sono morte nella costruzione della sola Arena Corinthians: in un progetto di così grande levatura, con quasi un miliardo di dollari messo sul piatto, è inaccettabile che la sicurezza degli operai non sia messa al primo posto. Come se non bastasse, sembra che il sacrificio e il lavoro degli stessi resterà vano: infatti, la FIFA ha chiesto (se non imposto) “un altro test match per verificare la vera funzionalità dell’impianto prima dell’inaugurazione della Coppa del Mondo. La partita prescelta dovrebbe essere Corinthians-Flamengo. Se le cose dovessero andare male, la FIFA, con colpevole ritardo, si vedrebbe costretta a intervenire direttamente presso il comitato organizzativo brasiliano per scegliere un altro stadio dove giocare la partita d’inaugurazione della Coppa del Mondo. Intervento giusto ma, come dicevamo, in ritardo e quasi imposto da un’opinione pubblica scioccata dalle sofferenze che l’organizzazione di questi Mondiali stanno causando in Brasile. Una domanda sorge spontanea: di chi è la colpa di questo sperpero di denaro e vite a cui un evento gioioso quale il Mondiale di calcio è stato associato? La scelta del Brasile di costruire più stadi di quanti la macchina produttiva del paese potesse sopportare è un primo elemento; la difficoltà della FIFA di porre delle condizioni è un altro. La fragilità socio-economica del Brasile fa da cornice ai sopracitati elementi. Quello che resta, nel processo, è la perdita parziale di entusiasmo verso la competizione. Speriamo che il calcio giocato riporti un po’ di luce su dei Mondiali brasiliani che, per il momento, sono stati contraddistinti dal disagio di una nazione in cerca d’equilibrio sociale.

Al principio, doveva essere un gioiello: i progetti, la costruzione, i guadagni annunciati nel tempo (circa 300 milioni di dollari all’anno). Ma a fronte d’un lavoro non ancora terminato, a soli 20 giorni dall’inizio della Coppa del Mondo, cosa possiamo dire dell’ Arena Corinthians? Innanzitutto il progetto, accolto fin da subito con grande entusiasmo: l’architettura avvolgente e lineare che Anibal Coutinho ha dato allo stadio sembra avvicinare lo spettatore al campo, quasi a voler abbracciare i propri idoli per aiutarli ad arrivare alla vittoria. Uno stadio degno di un Mondiale, niente da eccepire. Ma, come dicevamo, durante l’ultimo anno sono cominciate le beghe: i 900 milioni di dollari stanziati per la realizzazione del progetto sono già stati spesi (finanziati 50/50 dalla FIFA e dallo stato di Sao Paulo); non sono ancora stati installati tutti i posti a sedere e manca gran parte della copertura. Il numero di spettatori registrato nel primo test match dell’Arena, Corinthians-Fluminense, è di 36.000 paganti: un successo secondo i dirigenti del cantiere. Peccato che gli stessi non abbiano specificato che, per il momento, per questioni di sicurezza, 36.000 spettatori è la massima capacità che lo stadio può sopportare. Immaginate cosa succederà con i 70.000 spettatori attesi per la partita d’inaugurazione tra il Brasile, padrone di casa, e la Croazia, che si terrà il 12 giugno? La situazione sembra tragicomica.

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Marcel Vulpis

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