Bundesliga: cresce il marketing e l’internazionalizzazione del prodotto
Il calcio tedesco sta investendo da un lato su innovative strategie di marketing, dall’altro sui diritti tv, dove può contare su un “tesoretto” di 1,4 miliardi di euro annui (fino al 2021), incluso il valore del pacchetto estero. Praticamente quasi lo stesso importo (1,5 mld di euro) che vorrebbe incassare la Lega Serie A nel prossimo contratto (triennio 2021/24). Una cifra che i tedeschi hanno già raggiunto nel 2017 puntando, soprattutto, su un’organizzazione efficiente, sull’immagine globale di alcuni top club (è il caso del Bayern Monaco e del Borussia Dortmund), sulla presenza di importanti sponsor e, infine, su una massiccia penetrazione internazionale.
Dopo anni di predominio del Bayern Monaco, il campionato si sta aprendo a nuove realtà, come, per esempio, il Red Bull Lipsia, al primo posto (provvisorio) in questa stagione. Segno di una vitalità e di un arricchimento del valore della Bundesliga, dove, quest’anno, per la prima volta nella sua storia, milita anche l’Union Berlino (piccolo club con sede nel quartiere di Köpenick). Il prossimo anno poi è atteso il ritorno dell’Amburgo SV (uno dei top club del football tedesco) relegato temporaneamente in Bundesliga2. La squadra anseatica è seconda, a 31 punti (in coabitazione con lo Stoccarda), superata solo dalla “sorpresa” Arminia Bielefeld (prima a 34 punti).
Infine il processo di internazionalizzazione della Bundesligacrea, in tutto il mondo, rapporti duraturi con fan e “simpatizzanti”, ma soprattutto conferisce valore aggiunto al prodotto tv sui mercati esteri.
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