Butti (FdI): Non ammazziamo sport e tv con il divieto sulle pubblicità e sponsorship del gioco
Raggiunto dal direttore dell’agenzia Sporteconomy, Marcel Vulpis, il deputato di Fratelli d’Italia, Alessio Butti (nella foto sotto) ha spiegato il suo pensiero sul tema del gioco pubblico e del divieto della pubblicità/sponsorizzazioni per il comparto (in arrivo nel prossimo Decreto Dignità inserito da Luigi Di Maio già nell’agenda del prossimo Consiglio dei Ministi): “Sia ben chiaro: un conto sono le mie convinzioni personali e culturali, un conto é il sistema generale dello sport e delle televisioni, che coinvolge gran parte dei cittadini di questo Paese. Io sono e rimarrò sempre contro il gioco di azzardo e contro tutto quello che ci gira intorno. E la ludopatia é un problema da affrontare e risolvere. Così come devono essere sconfitti l’alcolismo e la droga. Ma non si interviene mai con un decreto di urgenza, con un colpo di mano, dall’oggi al domani per disciplinare una materia così complessa. Come ho detto, ci vuole intelligenza, perché così si fa solo male alle televisioni (che vivono di pubblicità) e agli sport (che vivono di sponsorizzazioni) e si favorisce il mercato clandestino. Sono preoccupato per le imprese radiotelevisive e per la carta stampata che faranno fatica a rimanere in piedi. Sono preoccupato per i lavoratori che perderanno il posto di lavoro. Sono preoccupato per ciò che sarà dello sport e non solo del calcio di serie A. Molte discipline sportive cosiddette minori vivono di quelle entrate. Sono preoccupato per le entrate dello Stato, specie se si ha l’ambizione di portare avanti progetti molto onerosi. E allora bisogna mettersi intorno a un tavolo e ragionare. Ci vuole, ripeto, intelligenza e anche competenza. E Fratelli d’Italia, ricordo, é sempre stato in prima linea sul tema delle scommesse, con una serie di proposte, come ha bene evidenziato oggi la collega Bellucci. La destinazione di una somma pari al 5% delle entrate dello Stato per finanziare le attività di cura, trattamento e prevenzione dal disturbo da gioco d’azzardo é una proposta coerente con la nostra storia.”
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