Cairo (Torino FC) chiede al Governo di azzerare il divieto del betting inserito nel Decreto Dignità
Non solo di politica ma anche di calcio e scommesse si è parlato ad Atreju, la festa giovanile della destra italiana organizzato, a Roma, da Fratelli d’Italia, il partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
In questa edizione è salito sul palco anche il Ministro dello Sport e i Giovani Andrea Abodi, che ha dato vita ad un accesso dibattito con i presidenti di Milan e Torino, Paolo Scaroni e Urbano Cairo, Giancarlo Abete (presidente Lega nazionale dilettanti), Federica Cappelletti (presidente Divisione Serie A femminile), Stefano Azzi (AD di Dazn) e, in collegamento, l’ex difensore del Milan e della Nazionale Alessandro Costacurta.
“Il mondo del calcio — ha dichiarato Cairo — presenta uno sbilancio tra costi e ricavi molto importante. In Italia si è perso mediamente un miliardo l’anno negli ultimi 5 anni, complice anche il Covid-19, che ha dato una botta tremenda al settore. Certo, da quando nel ‘93 sono arrivati i diritti sportivi i ricavi sono cresciuti di tanto, ma i costi sono aumentati moltissimo. Servono risorse. Poi starà a noi contenere i costi”.
“L’unico settore che in Italia non beneficia del Decreto Crescita è il calcio: perché non è consentito ai calciatori e agli allenatori, che vengono dall’estero, di ottenere i vantaggi fiscali di cui godono gli altri lavoratori? Mi sembra che si possano porre dei profili di incostituzionalità”.
Il presidente del Torino ed editore del Corriere della Sera ha anche sottolineato come sarebbe necessario, per portare risorse al settore del calcio, sbloccare il divieto di sponsorizzazione da parte delle società di scommesse. (fonte: AGIMEG)
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