In virtù di questa intesa, il Cile subentrerebbe al Brasile come paese ospitante della Copa del 2015, e i verdeoro assumerebbero i diritti di per il torneo 2019, che si sarebbe dovuto tenere in Cile originariamente. 

La CBF è attualmente sotto pressione per garantire che tutto sia pronto in tempo per l’organizzazione della FIFA Confederation Cup del 2013 e del Mondiale del 2014. Con Rio de Janeiro che ospita i Giochi Olimpici nel 2016, la Federazione ha deciso che l’aggiunta, in quel periodo (2015), della manifestazione fiore all’occhiello del calcio in Sud America, metterebbe troppo a dura prova le risorse del paese.

L’annuncio è stato dato sabato scorso, ma deve ancora essere ratificato dalla CONMEBOL, la Confederazione Calcistica del Sud America. “Non solo abbiamo l’orgoglio di fare questo annuncio, ma sento anche una responsabilità enorme”, ha detto il presidente dell’ANFP Sergio Jadue.

“Questa è una sfida per il paese e un obiettivo di caratura nazionale. Per quasi un mese ci sarà una finestra sul mondo, dobbiamo prepararci bene e sfruttare l’occasione”, ha aggiunto. “Naturalmente ci appelliamo al mondo pubblico e privato, se vogliamo essere all’altezza della situazione. E’ la grande opportunità che aspettavamo .Una Coppa America non è solo calcio, ma è cultura, turismo, accordi commerciali, imprese, infrastrutture, aeroporti e stadi. In breve, è una possibilità per crescere, svilupparsi, per mostrare come il Cile sia un paese unito”.

I diritti di assegnazione della Coppa America tradizionalmente si basano su un criterio alfabetico. Di volta in volta, il Paese avente diritto deve confermare la propria volontà (e possibilità) di ospitare la rassegna: in caso contrario subentra il Paese successivo in ordine alfabetico o, in caso di rifiuto anche di quest’ultimo, quello ulteriormente successivo o un altro interessato.

La Federcalcio Brasiliana (CBF) ha raggiunto un accordo con la Federazione Cilena (ANFP) per cambiare i diritti di hosting dei due paesi delle edizioni della Coppa America del 2015 e 2019.