Altri Sport

Calcio e formazione vanno a braccetto sul campo dell’Ischia

D: Professore, ho visto che avete messo
attorno a un tavolo diverse componenti del territorio (la scuola di formazione,
il club, imprenditori locali, l’unione degli industriali, lo sponsor Carpisa
Yamamay, il sindaco). Come ci siete riusciti in un paese, l’Italia, dove spesso
pecchiamo per mancanza di sinergie territoriali?

Questo
era il nostro massimo obiettivo quando siamo partiti con il nuovo progetto
Ischia Isolaverde, cioè creare quello che troppe volte in Italia si proclama,
ma che è difficile realizzare: un sistema. Così come gli allenatori predicano
ed applicano in campo in maniera maniacale il proprio sistema di gioco, 
anche la società ha lavorato con un sistema studiato attentamente, mettendo
assieme tutte quelle forze che lei ha indicato e che aziendalmente sono meglio
conosciute come stakeholders, in  maniera che potessero dare valore
aggiunto al lavoro della società. Non potevamo fare diversamente, poiché da
anni il calcio minore soffre perchè “cannibalizzato” dal calcio super stellare e
ammirato comodamente in TV. È un lavoro che è da me portato avanti da
qualche anno nelle aule dell’Università di Napoli – Facoltà di Scienze
Politiche, che da più di tre anni ospita il Master di II livello in Diritto ed
Economia dello Sport per la formazione di manager del settore sportivo. La
mission è gestire in maniera manageriale un’attività sportiva, come anche quella
dell’Ischia Isolaverde, che non può contare su un mecenate “vecchia maniera” ma
può disporre di un certo numero di sostenitori che vogliono divertirsi e nel
contempo diversificare il proprio rischio imprenditoriale. I tempi sono duri
soprattutto per ottenere sostegno economico in un’attività sportiva. A noi
questa situazione è stata chiara da subito e abbiamo lavorato di conseguenza. Per
farlo serve una società gestita seriamente, con una dirigenza competente e
motivata dal punto di vista sportivo e imprenditoriale. Non è più sufficiente
la sola passione per lo sport quale caratteristica predominante della governance di una società sportiva.
Non è un caso che, accanto al direttore area tecnica-sportiva (Nicola Crisano)
sia stata prevista la figura del direttore affari societari. Finora il modello
creato sta funzionando se si guardano i risultati della squadra (1ª in
classifica a 8 giornate dalla fine del campionato – ndr) e i progetti futuri dei
soci, dalla promozione in Lega Pro già quest’anno alla realizzazione del nuovo
stadio. 

 

d: Quanto costerà lo stadio? Entro quando
sarà realizzato? Avete già tutte le delibere collegate al piano regolatore? Dove
sorgerà e quali sono le caratteristiche distintive di questa nuova struttura?

I lavori riguarderanno la
modifica dell’attuale stadio Mazzella. L’investimento previsto per la
realizzazione del nuovo stadio è stato stimato dai tecnici in circa 10 milioni
di euro
. Riguarderà la trasformazione in un moderno impianto al pari di quanto
ormai si sta realizzando in  altre parti d’Europa (in particolar modo in
Inghilterra). Obiettivo è realizzare una struttura moderna per circa 8 mila tifosi (oggi ne contiene circa 3.000), con due curve per i tifosi, una nuova
tribuna e gli spogliatoi. Ma è l’area “non sportiva” che rappresenta la novità
e che farà vivere lo stadio 7 giorni su 7: un centro commerciale, due parcheggi
sotterranei, un centro congressi con annessa SPA, una foresteria per il settore
giovanile, la vera scommessa sul piano sportivo. Per le autorizzazioni
necessarie temiamo la burocrazia, però contiamo molto sul sostegno che stiamo
avendo dall’amministrazione comunale del sindaco Ferrandino, che conosce bene i
nostri progetti ed il primo tifoso della squadra. Lo stadio Mazzella dovrebbe costare
attualmente al Comune di Ischia circa 150.000 euro l’anno, ospitando due
partite al mese per otto mesi. Abbastanza per considerarlo un costo più che
un’opportunità. Confidiamo, quindi, nell’ottenimento quasi immediato delle
autorizzazioni (e una concessione di almeno 30 anni) che dovrà invogliare i
soci a fare la loro parte.

 

D: Come intendete far lavorare insieme la scuola
di formazione con l’Ischia calcio?

La formazione è un altro
obiettivo importante nel nostro progetto. Stiamo pensando di avvicinare alla
formazione manageriale sportiva quanti più giovani laureati possibile, nella
convinzione che questo settore, importante motore di sviluppo dell’economia
nazionale che ha dato grandi successi in passato alla nazione, abbia sempre più
bisogno di persone competenti e specificamente formate. La direzione è questa:
creare opportunità per giovani laureati che escono dalle aule universitarie e
che frequentano il nostro corso di specializzazione, per avvicinarli sempre di
più all’aspetto pratico. Nel caso dell’Ischia la priorità è legata ai giovani
laureati dell’isola. Ma l’obiettivo è allargare gli orizzonti ad altre squadre
e discipline.

D: Quali sono gli obiettivi sportivi che si è
posto l’Ischia calcio e in quali tempi?


L’Ischia Isolaverde ha circa 8.000 tifosi reali e sostenitori in tutta Italia e
all’estero. I numeri dei contatti
Facebook sulla pagina ufficiale fanno invidia a tante squadre di serie B. Ed è
notizia recentissima che a Shanghai, grazie al presidente onorario e patron di
Carpisa, Raffaele Carlino, è stato aperto il primo Ischia Club in Cina. 

D: Si dice spesso che nel calcio non si può guadagnare,
almeno vedendo i conti dei club di serie A, B e Lega Pro. A questa affermazione cosa risponde, relativamente ai progetti futuri collegati
all’Ischia Calcio?

È la
pena di tutti quelli che amano questo sport sapere che esistono squadre
blasonate, che hanno avuto un passato calcistico importante, che si apprestano
alla fine di ogni stagione sportiva a chiudere i battenti per lo spettro del
fallimento. Personalmente ero convinto che, dopo un Mondiale fallimentare della
nostra nazionale, si facesse di tutto per invertire la rotta: valorizzando i
vivai, lavorando sulle sinergie comuni tra squadre di serie A e di categorie
inferiori, accelerando la riforma della Lega Pro per avere un numero inferiore
di squadre iscritte alla categoria, accelerando le procedure amministrative per
consentire alle squadre minori di disporre del proprio stadio di proprietà per
aumentare l’area dei loro ricavi, non abolendo i trasferimenti solidaristici
tra squadre di club maggiori e quelli minori, riformando i campionati minori per
far crescere l’interesse delle tifoserie. Basti pensare che esistono realtà, in
serie B e in Lega Pro, in cui i presidenti affrontano spese milionarie per
vedere la partita “tra amici”, per la scarsa affluenza allo stadio. In tal
senso, utilizzerei la Coppa Italia (oggi TIM Cup) quale vetrina per le squadre
minori in piazze più importanti.  Credo,
però, che le Leghe e la Federazione si siano mosse in maniera diversa da quanto
da me esposto.

Quarantacinque anni, già senior della Arthur Andersen, partner dal 1994 e dello studio Associato “del Giudice-dal Verme-Senese”, è da qualche mese fondatore dello “Studio Senese”, ha partecipato al progetto dello studio internazionale integrato AAI, Giancarlo Senese è un esperto in economia e diritto dello sport e collabora con l’Università Federico II – Facoltà di Scienze Politiche, dove cura il Corso di Perfezionamento post-laurea in “Organizzazione e Gestione delle attività sportive e del tempo libero”, finalizzato alla formazione di figure professionali specialistiche idonee ad operare come Dirigenti e Manager di Società e Associazioni sportive, di Organizzazioni Nazionali e Internazionali, di Organismi (Federazioni, Leghe, Aziende) ed Enti Pubblici. E’ professore a contratto di Ragioneria Professionale presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Salerno. Da quest’anno è anche il direttore degli affari societari dell’Ischia Ischia Isolaverde, squadra di calcio che sta lottando ai vertici in serie D.

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