A.c. Monza come il Barcellona F.c., almeno sul fronte dell'azionariato popolare. E' questa l'idea innovativa che Gianluca Begnini, giovane amministratore delegato dell’Ac Monza Brianza, vuole attuare in Italia: ovvero trasferire al club bianco-rosso il sistema portante del Barça (e di molte altre società spagnole), basato sull’azionariato popolare. «Basta con il mecenatismo, basta con gli azionisti di maggioranza che finché si divertono va tutto bene e che poi quando si stufano del giochino la società salta. Bisogna allargare la base, perché l’unione fa la forza».

«Il Barça si basa sull’azionariato popolare, ha una base importante, una specie di cooperativa. Ci sono 156mila soci (la quota per diventarlo è di 150 euro), che eleggono un presidente a seconda del programma che presenta su investimenti, acquisti, sponsor. Ora c’è Joan Laporta, che ha sposato la figlia di uno dei più grandi industriali di Barcellona, quindi in caso di necessità copre i costi in eccedenza. Ma rappresenta un gruppo, non è un azionista di riferimento nel senso che intendiamo in Italia». Già, dove sono decine le società che rischiano di fallire perché il proprietario non è in grado di sostenere i costi. Così invece ci sarebbe sempre una base alla quale aggrapparsi. Fosse così, tanto per dire, la Sparkling Volley di Milano non rischierebbe di sparire.

Barcellona ha poi il valore aggiunto del grande senso di appartenenza del popolo catalano. “Mas que un club”, più di un club, è il motto. Ma in fondo potrebbe essere lo stesso, in termini meno “nazionalistici”, per la produttiva Brianza. «Su queste basi ho riflettuto su una polisportiva ad azionariato “diffuso”, più che popolare. Sia chiaro, non abbiamo deciso assolutamente nulla. Ma bisogna solo cominciare: se non parti, non riuscirai mai. In Italia, finora, soltanto la Mens Sana Siena di basket ha provato a introdurre un sistema del genere, ed è arrivata a 4-5mila soci».