In Premier League, sono quattro gli stadi che hanno visto il loro vecchio nome cambiare in quello dello sponsor che ne ha acquistato i diritti: l’Emirates Stadium (Arsenal), il Bolton Reebok (Bolton Wanderers), il DW Sports Fitness (Wigan Athletic) e lo Stoke Britannia (Stoke City).

E proprio gli accordi multimilionari raggiunti da queste società, ne hanno invogliate altre due a seguire l’esempio: il Blackpool FC e il Liverpool.

La società neopromossa nella massima serie inglese ha deciso di vendere i naming rights del Bloomfield Road per sostenere le entrate commerciali e rafforzare la società, mantenendo un alto profilo nel panorama calcistico del Regno Unito.

Secondo la dirigenza, vendere i diritti sul nome potrebbe avere una ricaduta positiva anche sui tifosi, dal momento che così il prezzo dei biglietti potrebbe attestarsi su una cifra inferiore rispetto a quella attuale.

Si cerca di entrare in accordi preferibilmente con una multinazionale che dia un’importante spinta al bilancio societario; per questo si fanno sempre più insistenti le voci su possibili partner quali Wonga o McDonald’s.

Per quanto riguarda il Liverpool, il direttore commerciale del club ha riferito che la società ha deciso di cedere i diritti di denominazione per il nuovo stadio a Stanley Park.

Dopo l’importante accordo con la Standard Chartered (€ 25 mln/anno fino al 2014) il club sta tentando di arrivare a una sponsorship che superi i 120 mln di euro che Emirates ha versato nelle casse dell’Arsenal.La questione sulla vendita dei naming rights degli stadi ormai tiene sempre più banco, almeno in Inghilterra.